Patto fiume Trigno: "Si rischia di firmare un contratto su qualcosa che non c'è più"
Altri Comuni "Il primo obiettivo ridare al Trigno la sua dignità e la sua vita"
CELENZA SUL TRIGNO. Confronto duro, a tratti aspro e spigoloso, nella giornata di ieri, a Celenza sul Trigno.
Dopo che il Consiglio comunale nei giorni scorsi aveva deliberato l'adesione al "Patto di fiume Trigno", il sindaco Walter Di Laudo ha voluto convocare gli esperti dell' associazione Trigno Sinello con la presenza dell'avvocato Schiazza, consulente della regione Abruzzo per i contratti di Fiume, per approfondire tutte le possibilità che che l' iniziativa offre.
Lo stesso avvocato, dopo una lunga e dettagliata informativa sui numerossimi contratti di fiume già avviati in Abruzzo, ha ventilato la possibilità di finanziamenti a disposizione per la rivitalizzazione e valorizzazione del fiume, della vallata e delle attività economiche ad esso associate.
Si è detto quindi disponibile al confronto con i cittadini celenzani presenti nell' aula consiliare.
Un gruppo di cittadini, che già nei mesi e nei giorni scorsi aveva attuato numerose iniziative di sensibilizzazione, anche davanti alla sede del comune di San Salvo, ha fatto notare che il primo obiettivo del contratto deve essere quello di ridare al fiume Trigno la sua dignità e la sua vita.
Si rischia di firmare un contratto su un fiume che non c'è più. Troppe istituzioni glissano sul fatto che per sette km il fiume non scorre. Un' intera vallata è stata devastata. Troppi politici e tecnici non sanno o fingono di non Sapere di questo dramma.
Il consorzio di Bonifica Sud, gestore della diga di chiauci, oggi preleva in località san Giovanni lipioni l'acqua che arriva dalla diga per i bisogni agricoli, industriali, turistici e in parte domestici si è detto disponibile e impegnato a ricercare soluzioni positive.
Gli investimenti a questo punto devono essere adeguati alla gravità del problema. Occorre che sa subito venga garantito che dallo sbarramento di san Giovanni lipioni venga rilasciato il deflusso minimo vitale ed ecologico, controllato da appositi sensori che ne accertino la correttezza.
Una condotta diretta dalla diga al litorale permetterebbe lo scorrimento omogeneo del fiume alla foce. Almeno due invasi potrebbero vedere luce, il località caccavone e chiusa, che raccoglierebbero l'acqua piovana, sarebbero alimentate da alcune sorgenti, ridarebbero un po' d'acqua al fiume, oltre che per l'antincendio".
Così, il comitato di cittadini di Celenza sul Trigno.