Tra criticità e futuro: ora la Via Verde va completata
Vasto A Palazzo d'Avalos la tavola rotonda organizzata da CIA Abruzzo e Confesercenti
VASTO. La Via Verde tra presente e futuro.
Questo il tema caldo della tavola rotonda organizzata da CIA Abruzzo e Confesercenti, svoltasi nel pomeriggio di ieri, presso la Pinacoteca di Palazzo d'Avalos.
Una sala gremita ha accolto Lido Legnini, direttore regionale di Confesercenti, e Alfonso Ottaviano, direttore provinciale CIA. Presenti all'evento anche Gabriele Barisano, assessore comunale con delega alla Via Verde, i sindaci di Fossacesia e Roccasangiovanni Enrico Di Giuseppantonio e Fabio Caravaggio, il presidente del GAL - Costa dei Trabocchi Roberto Di Vincenzo, le associazioni ambinetaliste e i rappresentanti di categoria.
Un’occasione di incontro e confronto sulle reali problematiche di un progetto destinato a costituire una preziosa risorsa per tutta la Costa dei Trabocchi, ma che ad oggi risulta ancora incompleto. La via Verde, che si inserisce nella più ampia Ciclovia adriatica, presenta tre significative interruzioni: a Vasto, nei pressi della zona industriale, a Casalbordino, e a Torino di Sangro, in località Lago Dragoni.
I tempi si allungano, lo scetticismo aumenta, i malumori cominciano a diffondersi.
«Si tratta di un'infrastruttura strategica per tutta la Regione. I dati dimostrano che già oggi, la Via Verde rappresenta uno dei principali brand. Deve però essere completata». L'assessore Gabriele Barisano evidenzia la necessità di intercettare le risorse necessarie a finanziare un intervento tempestivo, volto a risolvere le attuali criticità. A tal fine risulterebbe necessaria un'efficiente sinergia tra le istituzioni.
«Ad oggi non credo che la Provincia possa permettersi un simile impegno di spesa, quindi deve essere la Regione a dare una mano - chiarisce. «C'è bisogno però di unità, di lavorare insieme senza guardare gli schieramenti politici, e di armonizzare gli strumenti a disposizione: dal Pst, al regolamento della Provincia».
A tal proposito, una modifica del Pst (Progetto Speciale Territoriale), consentirebbe alla Provincia di Chieti di utilizzare a parcheggio le aree di proprietà regionale adiacenti la via Verde, e di valorizzare le ex stazioni con iniziative imprenditoriali compatibili.
Nel dicembre 2023, è stato infatti firmato il protocollo d'intesa che ha consentito alla Provincia di acquistare, per una cifra di circa 2 milioni di euro, le quattro ex stazioni che si trovano sul vecchio tracciato ferroviario a San Vito Chietino, Fossacesia, Torino di Sangro e Vasto. Tra le problematiche oggetto di discussione, anche la necessità di individuare un interlocutore unico di riferimento. Per Gabriele Barisano, e la quasi totalità dei presenti «una simile infrastruttura dovrebbe essere pubblica, perchè solo il pubblico saprebbe salvaguardarla».
Spazio anche al tema agricoltura, analizzato minuziosamente dal direttore provinciale CIA Alfonso Ottaviano: «Il settore agricolo svolge un ruolo da protagonista. La Via Verde porta con se un turismo nuovo, un turismo che cerca il prodotto tipico di un determinato luogo. Abbiamo delle eccellenze, che in quanto tali devono essere salvaguardate».
Per Lido Legnini, direttore regionale di Confesercenti, bisogna riportare i ciclisti al centro del dibattito. A tal proposito viene evidenziato come la Statale 16 sia «un problema a cui bisogna trovare soluzione. E' troppo stretta, camion e mezzi pesanti sfrecciano a tutta velocità. Come Confesercenti abbiamo palesato il problema all'Anas e alla Provincia, ma senza risultato. Bisognerebbe poi garantire i servizi necessari al cicloturista, capire cosa gli serva davvero».
Quanto alla destagionalizzazione, sono molti gli imprenditori che chiedono l'estensione della durata delle strutture temporanee. In materia, la legge n.120/2020 fissa un termine non superiore a 180 giorni per la cessazione delle attività. Servirebbe quindi un intervento a livello nazionale.
Le criticità più preoccupanti riguardano, però, i tratti ove la Via Verde si interrompe: è proprio lì, che andare in bici diventa davvero pericoloso. In particolare, tra Ortona e San Salvo la ciclopedonale “non esiste”.
Non sarà agevole mettere insieme i servizi pubblici con le esigenze dei privati, gli interessi di natura economica con la tutela dell'ambiente, ma su una cosa tutti sono concordi: prima di presentarlo, il prodotto va completato.