Vasto commemora il 4 Novembre: “Forze Armate messaggeri dei valori della Costituzione”

la cerimonia lun 04 novembre 2024
Attualità di Lea Di Scipio
2min
Vasto commemora il 4 Novembre: “Forze Armate messaggeri dei valori della Costituzione” ©vastoweb.com
Vasto commemora il 4 Novembre: “Forze Armate messaggeri dei valori della Costituzione” ©vastoweb.com

VASTO. Questa mattina Vasto ha reso omaggio ai monumenti ai caduti in Piazza Caprioli e in via Adriatica in occasione delle celebrazioni per il 4 Novembre, giornata dedicata all’Unità Nazionale e alle Forze Armate del Paese. L’Italia ricorda oggi l’Armistizio di Villa Giusti che consentì agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste, portando a compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale.

Da quel 4 novembre 2018, che segnò la fine della Prima Guerra Mondiale, sono trascorsi 106 anni e la cittadinanza si è riunita per ricordare tutte le vittime delle guerre nel nome della democrazia e della pace. Dopo il consueto raduno alla villa comunale, in viale della Rimembranza, degli alti vertici istituzionali della città, delle forze dell’ordine, delle associazioni combattentistiche e d’arma, nonché di una rappresentanza delle scolaresche vastesi con una classe seconda della media Paolucci, il un corteo si è diretto attraverso le vie cittadine in piazza Caprioli, dove è stata deposta una corona d’alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre. Successivamente, in via Adriatica, omaggio è stato reso ai caduti del mare con una deposizione floreale. Così ha detto nel suo discorso commemorativo il sindaco di Vasto Francesco Menna: “Un doveroso ringraziamento va alle nostre Forze Armate, i cui uomini e le cui donne sono diventati messaggeri dei valori della nostra Costituzione, anche oltre i confini nazionali a difesa dei diritti umani e della democrazia. La ricorrenza odierna deve divenire occasione di studio, di riflessione, di confronto, affinché il passato ci aiuti a comprendere il significato del presente e del nostro ruolo di adulti, di giovani, di politici, di educatori, di responsabili dell'oggi. Ricordare questi eventi non è semplice retorica, al contrario significa ricordare il sacrificio di migliaia di uomini che caddero in combattimento. Uomini che si sono battuti e sacrificati affinché il nostro Paese potesse costituirsi in Repubblica Unitaria. Il prezzo della vittoria fu di oltre 4 milioni di soldati mobilitati di cui 250.000 giovani appena diciottenni, 600.000 morti e 1.500.000 feriti, 400.000 civili che avevano abbandonato le proprie case sulla linea del fronte. Un messaggio forte e chiaro ci giunge dalla Costituzione italiana. L'art. 11 reca, infatti, il seguente tenore letterale: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Ripudiare la guerra vuol dire vincere l'egoismo umano, sempre pronto a dichiarare nuove guerre per smania di potenza, con la lotta all'ignoranza e al disimpegno civico; la conquista della libertà e della pace non sono state acquisite una volta per tutte ma sono, invece, conquiste che si consolidano ogni giorno”.

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