Shopper fatte a mano: detenuti del carcere di Vasto all'opera contro la violenza di genere
Vasto Coordinati dalle donne del Centro Antiviolenza Dafne di Vasto
VASTO. In occasione dell'evento "Visionaria", organizzato dalla Camera di Commercio di Chieti Pescara, i detenuti del carcere di Vasto hanno realizzato delle shopper utilizzando materiali di riciclo. Questa iniziativa, che va ben oltre la mera produzione artigianale, rappresenta un percorso di riscatto e reinserimento sociale per i detenuti coinvolti che hanno svolto queste attività come lavoro di pubblica utilità e in maniera volontaria.
Coordinati dalle donne del Centro Antiviolenza Dafne di Vasto, i detenuti hanno lavorato con dedizione e impegno per creare le shopper, ideate dalla stilista Simona De Thomasis e che saranno presentate durante l'evento. Le stoffe utilizzate sono tutte fatte con materiali di riciclo e donate da aziende abruzzesi, tra cui Fabrizio Colantonio di Gissi. Il ricavato andrà a incrementare il Fondo Eva destinato a sostenere le donne che stanno uscendo da situazioni di violenza.
L'idea di coinvolgere i detenuti in questo progetto nasce dal Comitato per l'Imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Chieti Pescara, presieduto dall'imprenditrice vastese Antonella Marrollo. Questo progetto dimostra come la collaborazione tra diverse realtà del territorio possa generare valore sociale ed economico, contribuendo al contempo a cause di grande importanza come il sostegno alle vittime di violenza.
La presentazione delle shopper, realizzate con cura e passione, avverrà durante l'apertura dell'evento "Visionaria" al Padiglione Espositivo D. Becci, presso il porto turistico Marina di Pescara, il 20 novembre, dalle 9:30 alle 20:00. Sarà un momento significativo per riconoscere l'importanza del lavoro svolto e per sensibilizzare il pubblico sulla necessità di sostenere le donne in difficoltà.
Inoltre, questa iniziativa offre ai detenuti un'opportunità preziosa per dimostrare il loro impegno nel contribuire positivamente alla comunità. Partecipare a un progetto di tale impatto sociale può rafforzare il loro percorso di riabilitazione e integrazione, fornendo loro un senso di realizzazione e appartenenza.