Marcovecchio: “Preciseremo le spese alla corte dei conti, Civeta non è in perdita”

chiarimenti mar 10 dicembre 2024
Attualità di La Redazione
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Marcovecchio: “Preciseremo le spese alla corte dei conti, Civeta non è in perdita” ©vastoweb.com
Marcovecchio: “Preciseremo le spese alla corte dei conti, Civeta non è in perdita” ©vastoweb.com

CUPELLO. “La Corte dei conti non è un nemico. La sua è un'attività dovuta rispetto alle società partecipate e che aiuta a correggere qualcosa che non è andata bene negli ultimi anni. Ed è innegabile, infatti, la perdita di 1 milione e 300 mila euro del 2022 e di 300 mila euro dell’anno successivo. Oggi la Corte dei conti attenziona il Civeta per verificare qual è l’andamento nel 2024 chiedendo una serie di dati che noi abbiamo fornito, ma che vengono qualificati come non oggettivamente riscontrabili. Al 15 gennaio l’obiettivo è quindi quello di avere il pre-consuntivo da trasmettere. Ad oggi, rispetto a due mesi fa, confermiamo l’andamento positivo del 2024: la società Civeta non è in perdita e chiuderà con un utile di esercizio lasciandosi alle spalle la fase critica”.

Queste le parole con cui il direttore generale Manuele Marcovecchio, circondato dai membri del cda e dal presidente Giuseppe Silvestri, apre la conferenza stampa che si è svolta ieri a Cupello con l’obiettivo di chiarire quanto messo sotto la lente d’ingrandimento dell’organo di controllo. Nelle 26 pagine trasmesse, i rilievi sono stati posti su quanto accaduto negli ultimi anni e che hanno visto la trasformazione del Civeta da consorzio a srl, per poi avviare il processo di riconversione ad azienda consortile speciale solo un anno e mezzo dopo. Ma la richiesta di chiarimenti si è concentrata in particolare su due focus, e a sottolinearlo è lo stesso Marcovecchio: “La prima riguarda le consulenze. Dall’ingresso di questo cda ci sono state una serie di spese, ma bisogna distinguere gli incarichi affidati dal rup nell’ambito degli investimenti Pnrr dalle consulenze date dal cda. Di quelle 360mila euro il consiglio ha affidato incarichi per 89mila euro, mentre tutto il resto riguarda attività dei fondi Mase rispetto alle varie linee di intervento conferite a progettisti o a società incaricate per consulenze tecniche specializzate e non ordinarie, nonché validate dallo stesso Mase. Di quegli incarichi affidati dal cda bisogna togliere, inoltre, i 2.990 euro per un ricorso su una diffida Inail, che sarà rimborsato da polizia assicurativa. Di fatto gli incarichi vivi sono di 86mila euro. Di questi abbiamo 4 contenziosi (incarichi legali e non consulenze) e si tratta di attività di recupero crediti, ricorsi contro l’agenzia delle entrate, un decreto ingiuntivo nei confronti dell’Agir. In un anno e mezzo, le consulenze richieste affidate riguardano, invece, un incarico da 26mila euro allo Studio Bozza di Lanciano per redigere il piano industriale e un altro triennale per 17mila euro al dottor Colantonio per l’assistenza al bilancio, da spalmare su tre esercizi. Un terzo incarico è stato affidato al geometra Desiderio per il rilievo altimetrico per la realizzazione della nuova discarica. In particolare sottolineo che il piano è stato votato all’unanimità dall’assemblea dei soci”. Incarichi legali e non consulenze continuative, dunque, questo ha tenuto a precisare Marcovecchio che sottolinea: “La Corte dei conti ci ha chiesto di precisare meglio queste spese e noi lo faremo. La seconda questione riguarda la trasparenza, ma gestione opaca non c'è. Il Civeta ha tre link, quello degli acquisti telematici, dell’amministrazione trasparente e della sezione trasparente. In questi siti c’è tutta la vita del Civeta. Non c'è stata omissione o volontà di nascondere gli atti che sono a disposizione di tutti, se non che un paio di delibere sono state pubblicate su una sezione piuttosto che su un’altra. La Corte, inoltre, ci ha chiesto se siamo sicuri che assumere un direttore generale non avrà un impatto sulle spese de personale. Rispondiamo che non c’è e lo dimostreremo a gennaio 2025”.

Altro chiarimento è sulla ri-trasformazione del Civeta: “I sindaci avevano deciso all'unanimità di procedere alla trasformazione in società di capitali perché a causa dell’articolo regionale 17 comma 6 della legge 36 regionale (secondo cui l’impiantistica degli enti locali vieni concessa in comodato d'uso gratuito al concessionario del servizio laddove l'Aciam spa diventi operativo) c’era l’esigenza di sottrarre al privato l’impiantistica del Civeta. La trasformazione era necessaria all’epoca così come lo è adesso per non perdere i fondi Pnrr. C'è un danno erariale? Il danno ci sarebbe stato, al contrario, se non fossimo corsi ai ripari. Per quanto riguarda le attività in corso stiamo lavorando sul piano operativo che al 1 gennaio 2027 vedrà un nuovo Civeta con l’operatività della linea fanghi, del biodigestore, della Green community, nonché con la realizzazione di un nuovo invaso a servizio del comune”.

E se la Corte dei conti chiede chiarimenti anche sulla scelta del cda (passati da 5 a quattro componenti dopo le dimissioni di Angiolino Chiacchia in rappresentanza del comune di San Salvo) rispetto ad un amministratore unico così come previsto per una società a controllo pubblico, ecco cosa risponde Marcovecchio: “Il cda costa 65mila euro lorde all'anno, spalmate su 4 membri anziché darli ad un amministratore unico. Se sarà integrata un’altra persona, questo dovete chiederlo alla politica”.

 

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