Processo Rigopiano, chiesti 12 anni per l'ex Prefetto Provolo
Per il sindaco Ilario Lacchetta sono stati chiesti 11 anni e 4 mesi come per il dirigente comunale Enrico Colangeli
ABRUZZO. Queste le richieste di condanna dei procuratori di Pescara Giuseppe Bellelli, Andrea Papalia e Anna Benigni per gli imputati al processo - accuse di omicidio, disastro colposo e lesioni - per i 29 morti causati dalla valanga che il 18 gennaio 2017 travolse il resort di Rigopiano: per l'ex Prefetto Francesco Provolo 12 anni, per i dirigenti della Prefettura Leonardo Bianco 8 anni, Ida De Cesaris 9 anni.
Per il sindaco Ilario Lacchetta sono stati chiesti 11 anni e 4 mesi come per il dirigente comunale Enrico Colangeli; per i dirigenti della Provincia di Pescara Paolo D'Incecco e Maurio Di Blasio 10 anni, mentre per l'ex presidente Antonio Di Marco la richiesta è stata di 6 anni.
Per i dirigenti regionali Carlo Giovani, Pierluigi Caputi, Emidio Primavera, Sabatino Belmaggio, Carlo Visca 5 anni, 7 per Vincenzo Antenucci. Per gli ex sindaci del comune di Farindola Massimiliano Giancaterino e Antonio De Vico 6 anni, per Bruno Di Tommaso gestore dell'hotel 7 anni e 8 mesi; pene di 4 anni per il geologo Luciano Sbaraglia, 4 anni anche per i dirigenti provinciali Giulio Honorati, 3 per Tino Chiappino, 2 per Andrea Marrone, poi un anno per il tecnico Giuseppe Gatto. Sul fronte del depistaggio in Prefettura 2 anni e 8 mesi per Daniela Acquaviva e Giulia Pontrandolfo, 2 anni per Giancarlo Verzella.
Chiesta l'assoluzione per Antonio Sorgi (prescrizione) e i funzionari della Prefettura Salvatore Angieri e Sergio Mazzia.
Per la Gran Sasso Resort la richiesta è di 200 mila euro, e si ritiene prescritto quindi da assolvere l'imprenditore Paolo Del Rosso.
"Parliamo di depistaggio ma non ci sono grandi misteri oggi da svelare. C'era l'inefficienza grave della Prefettura, non ci sono grandi depistaggi italiani: non c'è un anarchico che cade dal balcone della Questura, non ci sono tracce scomparse dal cielo di Ustica, non c'è una agenda rossa trafugata.
Parliamo di un prefetto di provincia che lascia cadere nel vuoto una richiesta di aiuto". È stato questo uno dei passaggi più importanti della requisitoria del procuratore Bellelli, che si è soffermato sulla vicenda del depistaggio che vede imputati tra gli altri l'ex prefetto di Pescara Francesco Provolo. Bellelli ha incentrato la parte più importante del suo intervento sui depistaggi. (FONTE ANSA).