Sabino Esplodenti: incontro sulla riconversione con il ministero della Difesa

CASALBORDINO. Si terrà a breve un tavolo di confronto a Roma dal ministero della Difesa per discutere sul futuro della Sabino Esplodenti, la fabbrica di esplosivi chiusa dallo scorso 13 settembre per una tragica deflagrazione in cui morirono tre operai  (Leggi).

Il governo di centrodestra ha deciso di rispondere alle sollecitazioni del presidente della regione Abruzzo Marco Marsilio e del senatore Eterwardo Sigismondi dando la disponibilità di confrontarsi sulla fabbrica abruzzese insieme all’Agenzia per la Difesa e il ministro Guido Crosetto.

A interloquire con quest’ultimo, oltre alle istituzioni, potrebbe esserci anche la probabile multinazionale che in questi giorni ha dimostrato interesse nell’acquisire la fabbrica.

Recentemente nello stabile che si affaccia sulla riviera di Casalbordino sono stati dissequestrati gli uffici amministrativi in seguito della disposizione della procura di Vasto (Leggi).

In questi giorni quindi si attende il futuro della fabbrica che  vede sui suoi oltre 30 ettari di terreno una sempre più probabile riconversione della sua attività, con un ritorno all'inertizzazione di fuochi d'artificio e razzi segnalatori.

Ad ora è stato firmato dal ministero del Lavoro il decreto che tutela gli operai di Casalbordino a cui verrà concessa la cassa integrazione fino a dicembre (Leggi) e saranno riconosciuti gli emolumenti arretrati a partire dal mese di settembre.

Alcuni di questi dipendenti, potrebbero assistere in un futuro non molto lontano all’avvio dello stabilimento nella fondovalle Sinello per il recupero di batterie e stoccaggio di rifiuti.

L'impianto nascerà in territorio di Pollutri  ed è frutto di un progetto presentato alla Regione da diversi imprenditori tra cui l’amministratore della Sabino Esplodenti Gianluca Salvatore, attualmente  indagato per la tragedia del 2020 (Leggi) e dello scorso 13 settembre (Leggi).