Frode e danni all'erario, denunciate tre persone nel chietino per fatture false
Ricavati investiti in opere d’arte, vini pregiati e monete da collezione
CHIETI. Il Comando Provinciale di Chieti, nell’ambito di una complessa ed articolata attività investigativa condotta dai militari del dipendente Gruppo, ha deferito, alla locale Procura della Repubblica, tre soggetti accusati di frode ai danni dell’erario.
Nel dettaglio, l’inchiesta delle Fiamme Gialle - delegata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Chieti - Dott. Giuseppe Falasca - ha consentito di svelare una sofisticata architettura criminosa dedita all’evasione fiscale, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, autoriciclaggio e bancarotta.
La meticolosa ricostruzione dei flussi finanziari condotta ha permesso di individuare un imprenditore che, con l’ausilio di prestanomi, ha costituito società cooperative, alcune esistenti solo sulla “carta”, nelle quali confluivano gli obblighi tributari, mai onorati, della propria attività economica operante nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti medicali e sanitari.
Grazie all’utilizzo delle molteplici banche dati a disposizione del Corpo, è stato constatato che l’impresario (un settantaduenne residente a Chieti), al fine di accrescere la liquidità a disposizione, attraverso le aziende artatamente costituite e pertanto non operative, faceva ricorso all’emissione di fatture false, reimpiegando parte dell’iniquo ricavato nell’acquisto di opere d’arte, vini pregiati e monete da collezione.
Gli investigatori della Guardia di Finanza hanno individuato, in totale, quali responsabili dei progetti delittuosi, tre soggetti che hanno, a vario titolo, contribuito a portare volutamente al dissesto le società cooperative, perpetrando, negli anni, condotte che sono state qualificate, dal Pubblico Ministero, come fatti di bancarotta fraudolenta patrimoniale.
Il Tribunale di Chieti, come atto conclusivo delle indagini, ha disposto il sequestro per equivalente ai fini della confisca di 300.000 euro che i finanzieri hanno eseguito “congelando” le disponibilità liquide e i beni consistenti in patrimonio artistico, numismatico e vinicolo.
La complessa attività investigativa si è sviluppata anche attraverso le contestazioni di natura amministrativa con l’esecuzione di una verifica fiscale nei confronti dell’imprenditore occulto a carico del quale sono stati imputati redditi non dichiarati per circa 200.000 euro ed i debiti fiscali riconosciuti in capo alle società fittizie.
Il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Chieti - Col. Michele Iadarola - evidenzia come questa specifica attività di servizio esalti il modus operandi trasversale del Corpo a contrasto delle mutevoli forme di frodi fiscali, che spaziano dagli indebiti o inesistenti crediti d’imposta all’evasione fiscale, il tutto in danno del patrimonio pubblico. Il Corpo fronteggia quotidianamente i fenomeni lesivi del bilancio dello Stato, prevenendo quelle che sono oramai pratiche illegali sempre più diffuse, complesse e ramificate che distraggono le risorse collettive a danno delle ambizioni di ripresa e rilancio dell’economia del Paese.