Deflagrazione Sabino Esplodenti 2020: per la difesa la superperizia scagiona gli imputati
Casalbordino La sentenza del processo di primo grado è prevista per martedì 4 giugno
CASALBORDINO. La violenta esplosione che il 21 dicembre 2020 uccise sul colpo tre operai della Sabino Esplodenti (Leggi) sarebbe stata la diretta conseguenza di un utilizzo improprio di polveri da sparo, non previste dal piano aziendale, per la preparazione di fuochi d'artificio.
Questa, secondo la difesa, la conclusione a cui condurrebbe la superperizia depositata nell’udienza tenutasi ieri, davanti al Gup del Tribunale di Vasto Anna Rosa Capuozzo (Leggi), dall’ingegnere Francesco De Marzio.
La terza consulenza si è resa necessaria dopo l'esito diametralmente opposto a cui sono giunte le perizie di parte (Leggi): se la Procura contesta una violazione delle norme antifortunistiche, per i legali della Sabino l'esplosione sarebbe da imputare all'imperizia dei tre lavoratori.
Per i difensori Augusto La Morgia, Arnaldo Tascione, Alessandra Cappa, Francesco Tascione, Stefano Vitale, Michele Sonnini, Sergio Della Rocca, e Marco Spagnuolo, l’ipotesi accusatoria verrebbe smentita dall’ulteriore esame effettuato dal fiduciario del giudice.
Gli avvocati hanno chiesto il giudizio abbreviato. La sentenza del processo di primo grado è prevista per martedì 4 giugno.