Rallentamenti per la Sabino Esplodenti, Marinucci: “Auspico che riapra subito”
Casalbordino Marinucci: “Il comune di Casalbordino con Carla Zinni si è spesa tanto per ottenere la cassa integrazione”
CASALBORDINO. “Auspico che riapra subito e soprattutto in modo diverso. Non più con il trattamento di ordigni di alta portata, ma che si vada verso un’alternativa di riqualificazione dell’attività”.
Con queste parole il sindaco di Casalbordino Filippo Marinucci torna ad auspicare la riconversione dell’attività e la riapertura quanto prima della Sabino Esplodenti, l’azienda rimasta chiusa dallo scorso 13 settembre a causa di una tragica deflagrazione in cui morirono tre dipendenti (Leggi).
Ieri mattina si è tenuto un’incontro tra i rappresentanti dei sindacati e della Sabino in cui, però, non sono state ancora chiarite le tempiste ed eventuali date su una possibile riapertura.
Reduce dalla recente riunione in Prefettura, la dirigenza ha fatto presente di voler far riprendere l’attività ai lavoratori.
Risulta confermato intanto l’interesse ad acquistare l’azienda dell’industria tedesca specializzata in armamenti Rheinmetall Italia Spa.
Attualmente però il responsabile della Sabino, Gianluca Salvatore, è fermo e non può procedere con la trattativa fino a quando non verrà rinnovata la licenza dalla Prefettura per riprendere i lavori nella ex polveriera.
Intanto con ogni probabilità l’azienda si occuperà di mansioni meno pericolose, lontane dall’attività di disinnesco e smaltimento ordigni (Leggi), come quelle per smaltimento di batterie.
Ciò che è certo è che alcuni passi in avanti ci sono stati. Recentemente il Tribunale di Vasto ha disposto il dissequestro dell’azienda (Leggi) e degli uffici amministrativi (Leggi), mentre la scorsa settimana il Comitato tecnico regionale ha concluso l’iter verso il rilascio proprio di nuova licenza allo stabile di Casalbordino.
Sul fronte dei 70 dipendenti è stato predisposto dal 20 marzo il nuovo ciclo di ammortizzatori sociali (Leggi).
“Ringrazio ancora il vicesindaco di Casalbordino Carla Zinni che insieme alla Regione si è spesa tanto per ottenere a livello nazionale la cassa integrazione in differita, perché - ha precisato Filippo Marinucci - ricordiamo che in questa situazione non scatta automaticamente.”
Per quanto riguarda l’iter processuale della prima deflagrazione, avvenuta nel 2020 sempre nell’azienda (Leggi), l’ultima udienza ha alleggerito la posizione degli imputati coinvolti in seguito alle conclusioni della terza perizia (Leggi) e per il 4 giugno è prevista la sentenza (Leggi).