Pesca di frodo, sequestrati 20 tonni pinna rossa dalla Guardia di Finanza
Vasto I pesci erano destinati ad essere immessi clandestinamente sul mercato della ristorazione o della vendita al dettaglio
ABRUZZO. Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pescara, nell’ambito dell’intensificazione del dispositivo di contrasto dei traffici illeciti via mare, hanno sequestrato 20 tonni pinna rossa “pescati di frodo” del peso complessivo di circa 10 quintali, per violazione dei dettami della normativa vigente in materia di pratica della pesca ed acquacoltura.
In particolare, nella scorsa notte i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Pescara, nel corso di attività di ricognizione costiera mirata alla prevenzione dei traffici illeciti, perpetrati anche sulla linea costiera e via mare, hanno rinvenuto sulle sponde del fiume Saline, ben occultati tra i canneti, 20 tonni di grossa taglia e della pregiata e rara qualità pinna rossa.
I pesci erano stati chiaramente appena pescati e ivi sbarcati, evidentemente destinati ad essere immessi clandestinamente sul mercato della ristorazione o della vendita al dettaglio, tramite operazioni commerciali di vendita in nero e in elusione dei controlli sanitari.
Nella stessa nottata, e subito dopo, le unità navali del Corpo prontamente attivate dalle unità di terra hanno proceduto a monitorare le imbarcazioni presenti in zona, al fine di intercettare i responsabili dell’illecito traffico.
Nel corso di tale attività è stato poi individuato un uomo rumeno a bordo di un natante, il cui controllo si è concluso con l’elevazione di un verbale di contestazione, per violazioni similari, in particolare alle norme sulla pesca sportiva oltre il limite dei 5 chili.
Detta attività - conclusasi con il sequestro amministrativo dell’ingente pescato che sarà destinato allo smaltimento all’esito di prescrizione in tal senso del servizio veterinario dell’Asl di Pescara chiamato ad intervenire - proseguirà per il pieno accertamento dei fatti e dei trafficanti allo stato ignoti e conferma l’attenzione del Corpo verso tutti i fenomeni che possano danneggiare l’economia legale in ogni sua forma, gli operatori commerciali che operano nella piena legalità, e i consumatori finali, talvolta “anello debole” dell’intera filiera commerciale.