Il "Premio San Michele" a Francesco Feola, Mauro Lalli, Osvaldo Santoro e Lucia Serafini
Vasto Quattro i personaggi insigniti del mondo della cultura, fede e scienza
VASTO. Si torna a parlare del “Premio San Michele”. Il prestigioso riconoscimento vastese è giunto alla sua XXVI Edizione ed ha scelto, come ormai di consuetudine, proprio il giorno di festa del Santo Michele Arcangelo, patrono della nostra città, per celebrare la sua cerimonia di conferimento. Il premio in questione è curato dall’Associazione Culturale San Michele e Comune di Vasto i quali ogni anno decidono di assegnarlo a “personaggi, vastesi e non, residenti e non, che hanno dato prestigio alla città del Vasto distinguendosi nei campi della Cultura, Scienza, Economia, Finanza e Solidarietà”.
Lo scrittore Francesco Feola, Monsignor Mauro Lalli, il poeta Osvaldo Santoro e la docente universitaria Lucia Serafini: questi sono stati i nomi dei personaggi insigniti quest’anno.
La premiazione, avvenuta ieri presso la Pinacoteca del Palazzo d’Avalos, è stata condotta e animata dalla giornalista ed insegnante, Paola Cerella, ed arricchita poi anche dall’atmosfera musicale riprodotta da Francesca Fecondo al flauto, Sara Pannicciari al violino, Micaela Fecondo all'arpa, Maria Del Bianco al pianoforte e dal coro “Le Voci del Vastese”.
“Questo è un premio nato tanti anni fa con lo scopo di ringraziare tutti coloro che hanno reso grande Vasto attraverso le proprie opere”, ha dichiarato il presidente dell’Assiciazione Culturale San Michele, Elio Bitritto, a cui poi ha aggiunto: “Con questo riconoscimento vogliamo spronare non solo chi lo ha ricevuto a continuare ad impegnarsi, ma soprattutto coloro che lo devono ricevere, anche i più giovani, nell’adoperarsi per la nostra città”.
Sono state diverse le istituzioni presenti alla premiazione, tra cui il sindaco di Vasto, Francesco Menna,che così si è espresso: “Ringrazio l’avvocato Giuseppe Tagliente per aver ideato questo premio che ormai è diventato parte dell’identità della città e per questo dovrà continuare ad essere sempre sostenuto”.
Si è poi entrati nel vivo della premiazione con la consegna ai vincitori della nota statuetta raffigurante il Santo patrono e la spiegazione delle motivazioni che hanno portato a questi quattro conferimenti.
Il primo a ricevere il premio è stato lo scrittore e navigatore vastese, Francesco Feola.
“Acuto osservatore del mare, è divenuto con il tempo punto di riferimento per la marineria abruzzese soprattutto con il suo ultimo scritto “La casa di Làgosta” “, ha affermato l’assessore Nicola Della Gatta, incaricato della consegna del premio all’ex presidente del Circolo Nautico di Vasto ed affascinato dalla sua “ambizione naturale alla conoscenza qual è la curiosità”.
“È tra i maggiori rappresentati della cultura vastese”, recita la motivazione del riconoscimento consegnato da Fernando D’Annunzio al poeta dialettale di Vasto classe 1930, Osvaldo Santoro.
Poi ancora è stata Lucia Serafini, professore ordinario di Restauro Architettonico nel Dipartimento di Architettura dell’Università “G.d’Annunzio” di Pescara, l’insignita successiva.
“Per essere ambasciatrice dei beni culturali abruzzesi, con particolare attenzione all’architettura locale, tramite le sue numerose pubblicazioni”, questa è la motivazione letta da Francesco Menna, a cui è stato affidato l’onore della consegna del riconoscimento.
L’ultimo premiato è stato il Monsignor Mauro Lalli, detenente la carica degli Affari Nunziatura apostolica ad Amman (Giordania).
“Siamo orgogliosi di avere un vastese all’interno del corpo cattolico della diplomazia che non svolge - ha spiegato il presidente onorario, nonché fondatore del premio, Giuseppe Tagliente durante la consegna della statuetta - solo il ruolo di garante della libertà dell’esercizio della pratica religiosa, ma anche di mediazione tra i vari paesi”.
A conclusione dell’evento il sacerdote è stato poi protagonista di una lectio brevis su “La promozione della Pace: cuore dell’azione diplomatica della Santa Sede”, con cui ha voluto ricordare: “Libertà dei fedeli e collaborazione tra i popoli: questi sono i capisaldi della diplomazia pontificia, che vuole operare attenendosi al principio del dialogo, perseveranza e lealtà”.