SCERNI. Il Carnevale scernese ha una lunga tradizione iniziata nel 1956, nata grazie all’intuizione dell’allora parroco don Peppino Di Falco. Ancora oggi, nonostante abbia attraversato alcuni periodi di buio e soprattutto dopo lo stop causato dalla pandemia, continua a colorare le strade del paese.
Tanti i concittadini che hanno prestato la propria arte, insieme ad impegno e passione, affinché ogni anno l’evento riuscisse. Coinvolgendo non solo quanti vi risiedono, ma anche numerosi curiosi che vi si recano da fuori, è divenuto oggi è un vero e proprio appuntamento turistico.
Quest’anno torna, gratuitamente e come da tradizione, martedì 21 febbraio 2023, sempre in Piazza De Riseis, a partire dalle ore 14.30, come ha di recente annunciato il presidente dei Carnevalari scernesi Ottavio Ubaldi (Leggi).
Tra gli artigiani che si sono distinti c’è il compianto Settimio Pietropaolo, scomparso prematuramente lo scorso anno e lunga è, però, la lista dei maestri cartapestai che nel tempo hanno curato questo evento, lavorando alla sua preparazione per diversi mesi prima della sfilata.
Ad aver sempre preso parte sin da bambino fino a diventare uno dei punti di riferimento per la realizzazione delle allegorie è l’artista poliedrico Panfilo D’Ascanio.
“All’inizio partecipavano scuole e frazioni e c’era tanta competizione perché veniva dato un premio finale. Poi si è deciso di dare un riconoscimento a tutti, com’era giusto vista la tanta dedizione di ciascuno nella realizzazione dei carri”, racconta il maestro.
E nelle prime edizioni si trattava, inoltre, di rappresentazioni di scene ad opera di provetti attori, come nel caso del “Funerale”, che risale al 1969. Quest’ultimo, per la sua accurata organizzazione, ha lasciato un ricordo indelebile nella memoria di tutti i presenti e dei protagonisti stessi. Venne realizzato da D’Ascanio, che interpretò il “prete officiante”, mentre a vestire i panni del “morto” fu Salvatore Di Ghionno. Non è mancata la “Sposa vedova”, vestita come nel giorno delle nozze, il corteo di parenti e chierichetti, nonché, addirittura, la banda. Gli scernesi non ancora dimenticano il realismo e la magistrale interpretazione di tutti gli attori.
Nel 1970, invece, in linea con l’attualità, uno dei temi affrontati è stato quello delle proteste studentesche “post 68ottine”, poi ritornato anche nel 1971, ispirato alle manifestazioni contro il Ministro Misasi. E ancora, nel 1973 di scena fu la crisi petrolifera, con tanto di arabi a bordo di un “Dromed-Asino” a trascinare il carretto. Nel 1977 toccò alla burocrazia italiana e nel 1977 il circo, realizzato dal maestro cartapestaio Angelo Tarquinio. Nel 1982 con “Bentornata Befana”, il carro fu dedicato al ripristino della Festività dell’Epifania del 6 gennaio che era stata abolita per 5 anni. Nel 1982 il re della festa fu “Goldrake”, il mitico Robot dell’omonimo cartone animato di fine anni ’70 (1977-79) in onda sulla RAI che fece letteralmente impazzire bambini e ragazzi. Realizzato da Panfilo Ermenegildo e Daniele D’Ascanio con Tanino Travaglini. Tanti ancora ce ne sarebbero da citare, compresi i nomi di chi li realizzò come ome anche Nicolino Pomponio e Carmine Palmucci. Certo è da annoverare, per concludere, il carro del 1983 che celebrò i Mondiali di Spagna in occasione della storica vittoria dell’Italia con la finale allo stadio Bernabeo di Madrid dell’11 luglio 1982 e telecronaca di Nando Martellini.
La galleria fotografica e le informazioni sono state raccolte grazie al contributo di Ermenegildo D’Ascanio