Cacciari: "Religione usata per mobilitare masse, uomini di fede dovrebbero insorgere"
VASTO. "La guerra, secondo i suoi principi, ovvero uno scontro armato tra autorità che detengono un potere all'interno di territori determinati, non ha ontologicamente nulla a che fare con motivi di carattere religioso, se non in termini di mobilitazione delle masse, riducendo la religione ad uno straccetto ideologico. E contro questa riduzione gli uomini di fede dovrebbero insorgere, gridando allo scandalo e alla blasfemia".
A dirlo è il filosofo Massimo Cacciari, protagonista a Vasto di un incontro organizzato dal Centro Europeo di Studi Rossettiani del Polo Culturale della Città del Vasto, diretto dal professor Gianni Oliva.
Svoltosi nell'Auditorium del Liceo Artistico "Pantini-Pudente", particolarmente gremito per l'occasione, l'evento, coordinato da Oreste Tolone, docente di Filosofia Morale all’Università" G. d’Annunzio, ha visto il professore impegnato in una coinvolgente lectio magistralis, seguita da un lungo dibattito animato da domande e riflessioni del pubblico.
“La religione e la guerra. Il Cristianesimo che verrà" è stato il tema affrontato, "nonché di grande attualità, considerati gli avvenimenti degli ultimi giorni", hanno dichiarato il sindaco Francesco Menna e l’assessore alla Cultura Nicola Della Gatta.
A conclusione dei lavori il professor Cacciari ha condiviso ai nostri microfoni una lettura sul conflitto Israelo-Palestinese, sul ruolo della scuola nell'educare gli studenti al pensiero critico e sullo stato di salute dell'Europa.
