Vasto tra partecipazione e democrazia: “Indispensabili per il servizio al bene comune”
Vasto “La democrazia non è solo un modo per arrivare a delle decisioni, ma anche a dei valori come quelli della libertà, giustizia e solidarietà”
VASTO. “La partecipazione è il motore che tiene in movimento le società, che produce nuovo pensiero e nuove visioni del mondo. È energia civile che rende vive le comunità locali, capaci di progettare politiche e azioni. Non può esistere una democrazia che non abbia in sé questa tensione vitale”, in questo modo recita il documento preparatorio alla 50ª settimana sociale dei cattolici in Italia dal 3 al 7 luglio.
Si è tenuto nella giornata di ieri, nella cornice della pinacoteca di Palazzo D’Avalos, il primo incontro per questo cammino di studio organizzato dalla chiesa cattolica italiana incentrato su “Democrazia e partecipazione”.
Sociologia, politologia e teologia, e tanto altre discipline sono state riunite insieme in un dialogo volto all’impegno a favore del bene comune in una comunità.
Protagonisti dell’incontro, moderato da Daniela Palladinetti, sono stati il docente ordinario di sociologia del diritto dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” Michele Cascavilla e l’Arcivescovo della Diocesi di Chieti-Vasto Mons. Bruno Forte.
“Democrazia e partecipazione, un argomento a tutti i sentito soprattutto a noi amministratori. Vi ringrazio ancora per aver acceso questo ulteriore faro che deve far riflettere”, ha esordito il sindaco della città di Vasto Francesco Menna.
L’incontro è entrato subito nel vivo a proposito delle caratteristiche che un buon cristiano deve avere per contribuire alla vita democratica del paese.
“Ci tengo però a richiamare sette urgenze che si traducono in altrettante qualità umane e spirituali - ha affermato l’Arcivescovo - e queste sono: l’orizzonte ultimo, la necessità del giudizio morale, il bene comune come fine, la parola come mezzo, comunione e solidarietà, lo stile di vita e il primato della santità”.
“Condizione indispensabile di un autentico servizio al bene comune è l’essere disinteressati, non attaccati al denaro e al potere, umili e senza pretese. “Chi è troppo attaccata al denaro non faccio l’uomo politico né aspiri posti di governo”, come diceva Luigi Sturzo”, ha voluto precisare il monsignor Bruno Forte.
“La partecipazione alla sfera sociale e politica - ha poi continuato - richiede un corrispondente stile di vita. Non è qualcosa che si improvvisa, ma un insieme di comportamenti, di modi e di agire che si matura alla scuola di modelli veri e significativi come alcuni nomi della storia del cattolicesimo democratico quali Alcide De Gasperi, Giorgio La Pira e Aldo Moro”.
“A chiunque si impegni per la giustizia nell’azione politica o nel servizio sociale fra i cristiani va ricordato - ha concluso - che tutte le caratteristiche di una partecipazione alla vita democratica ispirata dalla fede si riassumono nella convinzione di dover rispondere a una sola chiamata: quella della santità”.
“Mi sembra molto opportuno pensare a delle iniziative come queste per rigenerare le istituzioni democratiche che sono in crisi”, ha precisato il docente universitario Michele Cascavilla.
“Se noi riflettiamo sulla storia delle istituzioni democratiche in Italia - ha poi aggiunto - possiamo dire che dopo l’Unità abbiamo avuto dei governi democratici basati su una democrazia liberale. Poi però queste sono andate in crisi perché colpite dalla corruzione e da una insufficiente partecipazione politica”.
“Ed è proprio la crisi delle istituzioni liberali e democratiche che ha generato l’avvento dei regimi totalitari. Dopo l’esperienza del nazismo e del fascismo - ha spiegato il professore - si è compresa l’importanza della democrazia che è apparsa come un regime, con tutti i suoi difetti, senza dubbio preferibile a quelli totalitari. Speriamo che non sia necessario l’avvento di un’altra esperienza di questi regimi per capire l’importanza della democrazia”.
“Questa - ha voluto puntualizzare - non dice solo chi deve governare e in che modo, ma parla anche dei contenuti e degli scopi da raggiungere attraverso l’azione politica.
La democrazia, quindi, non è soltanto un metodo per arrivare a delle decisioni, ma anche a dei valori da compiere come quelli della libertà, della giustizia e della solidarietà”.
Dopo aver evidenziato anche la crisi della rappresentanza e la sfiducia nella politica dovute alla presenza del mandato imperativo, del potere decisionale nelle mani di grande élite economiche e del populismo, il docente Michele Cascavilla ha evidenziato il compito dei cattolici: “Rispetto della dignità della persona, dei diritti di libertà e dei diritti sociali. I cattolici possono fare molto per tutto questo e in particolare possono adoperarsi per far sì che si attenuino le disuguaglianze, perché una delle caratteristiche principali della democrazia è l’uguaglianza formale e sostanziale proprio tra tutti i cittadini”.