Lo scultore Mario Pachioli tra il miracolo della guarigione e il rapporto con Vasto

L'intervista sab 02 novembre 2024
Cultura e Società di Lea Di Scipio
2min
Lo scultore Mario Pachioli tra il miracolo della guarigione e il rapporto con Vasto ©vastoweb.com
Lo scultore Mario Pachioli tra il miracolo della guarigione e il rapporto con Vasto ©vastoweb.com

VASTO. L'anima dell'artista che si fonde con la sua opera conferendole potenti emozioni. Se oggi la tecnologia ha allontanato l'uomo dall'antico saper fare, un esempio di quanto sia urgente tornare a quel virtuoso e autentico contatto continua a vivere nello scultore vastese Mario Pachioli. La storia del raffinato maestro, classe 1948, vede nell'anno 1969 un punto di rottura, che si rivelerà dal sapore dolce-amaro, tra i suoi primi 21 anni vissuti nella tanto amata cittadina rivierasca a sud dell'Abruzzo, e quelli successivi che sino ad oggi l'hanno visto crescere, fiorire e affermarsi a Firenze, da dove la sua eco si è propagata in tutto il mondo. E del maestro Pachioli si è tornati a parlare di recente in occasione di un avvenimento a tinte miracolose e che sa raccontare bene l'unicità del suo essere "artista artigiano". 

Maestro, cosa le è successo?

Ho avuto un’aritmia che mi ha causato un grave danno all’aorta. Ho rischiato di tornare sotto i ferri, ma le mie condizioni sono migliorate all’improvviso senza spiegazione scientifica. 

E lei se l’è data?

Ho pregato molto, sono spirituale sin da bambino. A 6 anni, su una trave della soffitta della casa al belvedere di Vasto ho intagliato un triangolo con la scritta “Dio mi vede”. Ad una parrocchia di Magenta, tempo fa, ho donato un bozzetto di Santa Gianna. È a lei che ho rivolto le mie preghiere. Ma se è per questo che sono guarito, beh, non si può dirlo per certo.

È stata questa spiritualità a guidare la sua mano d’artista? 

Rappresento non solo soggetti sacri, ma anche legati alla natura, busti o simboli rappresentativi e cerco sempre di scavare nella loro anima. C’è vita anche in una pietra. 

A quale opera si sente più legato?

A tutte, ma quella più importante è il Padre Pio che si trova all’ospedale di Vasto. Mentre stavo lavorando la creta, una mattina ho trovato la testa del Santo a terra. Nella notte lo avevo sognato: mi chiedeva di fargli il naso più lungo. L’originale si trova a San Remigio (Fi) e a pregarla il giorno dell’inaugurazione c’era Madre Teresa di Calcutta. Per Vasto ho realizzato anche un Medaglione dedicato a Mattioli e il Busto di Spataro. Nulla più. 4 anni fa mi è stato commissionato un monumento a Palizzi. Ho preparato i bozzetti in 6 mesi. Poi mi è stato chiesto di realizzare il portale di bronzo per San Pietro, alcuni pannelli erano già fusi ma non c'è stato un seguito. Ad oggi non sono riuscito a darmi una spiegazione sul perché questi e altri progetti non sono andati in porto. Non ho mai pensato di tornare a vivere a Vasto. Andare via mi ha permesso di trovare la mia identità e realizzarmi, ma in fondo il mio cuore è rimasto sempre lì.

Quali progetti ha in cantiere?

“Sto preparando un bozzetto per un’opera che sarà collocata in una piazza di Firenze. Si tratta di una statua in bronzo a grandezza naturale che rappresenterà Carlo Collodi che accompagna Pinocchio a scuola. Una scultura commuovente ed emotiva dedicata allo scrittore, padre di una delle opere letterarie più famose al mondo”. Lea Di Scipio

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