Cupello tra tradizione e amato carciofo su Geo: “Qui hanno imparato come vivere bene!”

il documentario gio 14 novembre 2024
Cultura e Società di La Redazione
2min
Cupello tra tradizione e amato carciofo su Geo: “Qui hanno imparato come vivere bene!” ©Geo Rai Tre
Cupello tra tradizione e amato carciofo su Geo: “Qui hanno imparato come vivere bene!” ©Geo Rai Tre

CUPELLO. "Cupello, in provincia di Chieti, è un luogo che ha molto da raccontare. Le sue radici appartengono all'era pre-romana ma è soprattutto ai tempi dell'antica Roma che questa terra fertile e generosa conosce un vero e proprio riscatto: veniva offerta come dono ai guerrieri più valorosi dell'Impero, sotto forma di ville, una sorta di antenate millenarie delle aziende agricole di oggi. Poi, a partire dal sedicesimo secolo è tutto un susseguirsi di dominazioni che hanno portato questo piccolo borgo a combattere sempre con forza per conquistare la libertà fino alle due guerre mondiali e al cosiddetto 'calvario di Cupello' del 1943 quando i tedeschi bombardano e distruggono il paese provocando un numero impressionante di vittime".

Tra storia e cultura enogastronomica, Cupello è stata protagonista di un servizio andato in onda questo pomeriggio su Rai Tre a cura della trasmissione "Geo". "Scoprire il carciofo di Cupello, piccolo borgo che ha come simbolo gastronomico e culturale questo frutto della terra, dalle origini molto antiche. Il carciofo di Cupello cresceva lungo la via della transumanza, a pochi chilometri dal mare", questo il messaggio di lancio del documentario inedito di Roberto Dall'Angelo che non ha deluso le aspettative. Un lungo viaggio che ha toccato la storia per passare al carciofo dalle campagne alla vendita, fino alle ricette, passando per le tradizioni della dote e dei canti popolari.

“Cupello – racconta dettagliatamente il documentario - è in una posizione geografica straordinaria con da una parte la montagna madre col massiccio della Maiella mentre dall’altra al mare. Da qui si vedono le Isole Tremiti, una ricchezza di paesaggi cui ne deriva un microclima particolare che ha permesso ad un ortaggio di crescere rigoglioso da centinaia di anni: l’orgoglio di Cupello è il carciofo si cui si ha testimonianza dal 16esimo secolo. Quello di Cupello è ecotipo locale che deriva da una varietà romana, il carciofo di campagnano e che qui viene chiamato mazzaferrata perché ricorda l’antica arma medievale. Dal colore verde brillante ma con sfumature di violetto è inerme, ovvero privo di spine, e questo lo rende un vero trasformista in cucina. C’è chi ama consumarlo crudo, fritto a spicchi o arrostito, anche se a Cupello è nella versione imbottita di formaggio che viene preferito. Quello di Cupello è un carciofo tardivo perché lo si comincia a raccogliere alla fine di marzo, proseguendo per tutto il mese di aprile”. E poi le pizze di Rosina, il circolo dei pensionati, vera istituzione che conserva la memoria del paese, i carciofini sott’olio, il Cerasuolo che si sposa bene con il carciofo, la musica popolare del coro in abito tradizionale che intona “Cupelle mè”, le Ndrocchie di Adele, fatte rigorosamente a mano con il ferretto condito con sugo alla ventricina, i corredini di Michelina. Insomma, tanti i temi toccati, quelli di una “terra fertile, ma non facile e dominata dalla natura. Qui a Cupello hanno imparato come vivere bene!”, conclude il servizio.

 

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