Vauro incontra il Pantini-Pudente: "Pace è utopia? Non servono muri ma lavoro e socialità"
VASTO. "Quando oggi si parla di pace si dice che sia un'utopia. La guerra, con la sua forza distruttiva, distrugge il presente e il futuro. Basti pensare alle mine depositate che restano anche quando la guerra finisce. Ora verranno fornite all'esercito ucraino provocando morte e amputazione ai soldati ma anche ai civili. Allora chi avrà vinto la guerra? Saranno proprio loro, le mine che distruggono il futuro. Una sottocultura della guerra che vuole convincere che il diverso è un nemico che si affronta. Un nemico disumano che non ci assomiglia, che non ha tratti umani come noi. Quanti nemici abbiamo? Il migrante, il tossicodipendente. Questa non è retorica: la pace è utopia? Non serve innalzare muri, ma costruire occasioni di lavoro e socialità. Il sogno come utopia è la capacità di immaginare il percorso per realizzare. Sogno e utopia non sono solo parole belle e vuote. Sono parole ricche di contenuti, non bisogna soffocare la capacità di guardare avanti".
Un fiume in piena Vauro Senesi che stamani ha incontrato le classi terze del Liceo Artistico dell'istituto Pantini-Pudente di Vasto.
Per lui un'occasione per parlare anche di creatività, satira e libertà di espressione, in quella che è una tappa d'anteprima delle Giornate umanistiche che partiranno il prossimo marzo.
Il vignettista, scrittore, opinionista e attore italiano è in visita nel nostro territorio in occasione del "Cupello Book Festival" che stasera lo vedrà ospite alle 18 nella Sala del Consiglio Comunale di Cupello, per presentare il suo libro "La regina di Kabul". Il celebre vignettista ha incontrato ieri sera i cittadini nella Casa del Popolo “La conviviale” di Vasto.
Nell'intervista abbiamo approfondito con lui i temi legati alla guerra, alla pace, ma anche alla satira e tanto altro.