VASTO. Manca poco più di un mese alle elezioni regionali del prossimo 10 marzo e tra gli elettori si percepisce un certo smarrimento.
Dopo anni di promesse e conseguenti delusioni analizzare il distacco dalla res pubblica non è affatto semplice.
Ci troviamo in un momento storico in cui il post Covid, la guerra tra Ucraina e Russia, quella tra Israeliani e Palestinesi sta minando profondamente le certezze economiche dell’Europa e di conseguenza dell’Italia. L’inflazione è al 5,7%, il costo della vita è aumentato in maniera non proporzionale agli stipendi e le famiglie sono sempre più in difficoltà.
Ma veniamo ai fatti di casa nostra. Da parte dei nostri lettori, percepiamo in maniera tangibile una sfiducia nella classe politica in maniera trasversale da destra a sinistra.
Infatti vi è come la sensazione di un grande vuoto tra le esigenze dei cittadini e le istanze portate avanti dalla politica.
Aleggia sempre più l’impressione di un grande vuoto tra le esigenze dei cittadini e le istanze portate avanti dalla politica.
Ci troviamo a 40 giorni dalle elezioni e due sono gli aspetti che sembrano colpire maggiormente l’opinione pubblica locale: l’assenza di contenuti se non le solite polemiche strumentali e la mancanza di visione.
Gli slogan elettorali sono belli e accattivanti, ma molto spesso si tramutano in un nulla di fatto ed è proprio da questi che bisognerebbe ripartire.
Gli abruzzesi chiedono a gran voce di uscire dalle logiche clientelari e campanilistiche per sposare l’esigenza dei territori, valorizzarne le peculiarità e immaginare un Abruzzo diverso.
Un Abruzzo in cui si attuino politiche mirate alla crescita occupazionale e che non costringano i nostri giovani a dover lasciare il posto in cui sono nati e che amano profondamente;
in cui la sanità pubblica garantisca il diritto alla salute limitando la mobilità passiva, le lunghe liste d’attesa e il ricorso sistemico alla sanità privata come unica soluzione possibile;
in cui le zone disagiate e i suoi coraggiosi abitanti vedano servizi primari, infrastrutture viarie e trasporti pubblici adeguati e garantiti;
in cui la meritocrazia sia la regola e non l’eccezione;
in cui l’indice di natalità torni a far registrare un dato positivo poiché fare su famiglia allo stato attuale appare sempre più utopico.
Ecco, i cittadini abruzzesi non chiedono molto, se non una classe politica che gli tolga di dosso questo senso di incertezza, di paura, gli ridia la voglia di sognare e di provare a credere che un Abruzzo diverso è possibile, perché dopo tutto tra tante difficoltà vivono comunque in uno dei posti più belli d’Italia.
Gli abruzzesi rivolgono un appello ai candidati e ai futuri eletti: rappresentare i cittadini è un onore e un onere, fatelo nel miglior modo possibile.
Riportare gli elettori alle urne non sarà cosa facile, ma fate si che ne valga la pena.