Farmaci e pile da casa per ricevere le cure ospedaliere, il caos della sanità abruzzese
Vasto E' lecito chiedersi se in Abruzzo i livelli minimi assistenziali siano garantiti
VASTO. A tenere banco nelle ultime settimane in Abruzzo, oltre la crisi dell'Automotive (Leggi) e l'abbattimento di circa 500 cervi (Leggi), è la sanità.
Tra le gravi criticità: la carenza di medici (Leggi), farmaci e apparecchiature (Leggi), le lunghe liste d'attesa, il deficit economico di oltre 120milioni di euro (Leggi) che porterà inevitabilmente a un taglio dei costi e ad una rimodulazione dei servizi offerti, gli oltre 120mila pazienti che rinunciano a curarsi perché non hanno la disponibilità economica per farlo (Leggi) e dulcis in fundo, anche gli insetti trovati all'interno di una minestra servita presso il reparto di Neurologia del San Pio di Vasto (Leggi).
Il quadro che emerge è altamente preoccupante e a rafforzarlo sono anche i recenti dati del rapporto Gimbe che fotografano un pessimo stato di salute della sanità regionale (Leggi).
A pagarne le conseguenze di tutto ciò sono i cittadini che lamentano difficoltà enormi su tutti i fronti. Non è pura casualità che anche le testate televisive nazionali abbiamo puntato i fari sulla sanità abruzzese portando avanti una inchiesta per far luce su una situazione divenuta ormai insostenibile e altamente preoccupante.
I casi emersi durante la trasmissione "L'aria che tira" in onda su La 7 che dimostrano come i pazienti siano costretti a portare da casa i farmaci o addirittura le pile per fare un esame, di come i medici non abbiamo aspirine endovena o antibiotici specifici e devono adattarsi con ciò che gli viene fornito dalla Asl fanno capire chiaramente come il piano di razionalizzazione della spesa sanitaria incida direttamente sule tasche dei pazienti e sulla qualità delle cure che ricevono. (GUARDA)
A questo punto è lecito chiedersi se in Abruzzo i livelli minimi assistenziali siano garantiti e in particolare nella Asl 02 Lanciano-Vasto-Chieti dove è previsto il taglio più importante con un piano di rientro da oltre 7 milioni di euro per la spesa sanitaria farmaceutica.