Stop alla pesca per caro gasolio: "La goccia dopo anni di umiliazione del settore"
Vasto I problemi di "un indotto così strategico per l'Intero Paese"
VASTO. "La nostra categoria è completamente abbandonata. Questa è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Tra fermo pesca, i 30 giorni in cui l'Unione europea chiede di fermarci, il periodo di crisi che abbiamo vissuto a causa della pandemia, ora la situazione è diventata di fatto insostenibile".
A parlare è l'armatore vastese Gianni De Rosa che racconta le ragioni dello sciopero cui la piccola e media pesca ha aderito a Vasto "insieme a tutta Italia", tiene a precisare.
"Nelle giornate di fermo a noi armatori non viene dato nessun sostengo nei contributi che regolarmente vengono pagati ai marittimi. Sono somme che sono cresciute nel tempo rispetto a qualche anno fa e ora il caro gasolio ha dato la sferzata decisiva al settore poiché i costi sono raddoppiati. Ho dovuto bloccare anche la vendita in pescheria ovviamente ed è un servizio tolto ai cittadini che non potranno avere a disposizione il pesce fresco. È difficile che, per com'è attualmente la situazione mondiale, che le cose cambino. La pesca in Italia è però fondamentale ed è stata, nonostante questo, umiliata dalle politiche che non hanno saputo aiutare un indotto così strategico per l'Intero Paese. I consumatori devono essere consapevoli che la nostra rimostranza non è solo finalizzata a ricevere degli aiuti, ma anche per far capire quanto sia importante il made in Italy, il prodotto locale. Ora quest'ultima non può essere più svolta perché le condizioni non permettono la sostenibilità di un'azienda".
E conclude: "Spero che il problema si risolva presto sia per noi della categoria che per il consumatore finale".