Fitto: “Ok alla Zes unica nel sud e sulla Roma-Pescara il governo darà risposte"

Abruzzo Economy Summit ven 22 settembre 2023

Altri Comuni “Sulla Roma-Pescara il governo darà risposte”

Lavoro ed Economia di La Redazione
5min
Raffaele Fitto ©Vastoweb
Raffaele Fitto ©Vastoweb

ABRUZZO. “Sulla Zes unica del Mezzogiorno c’è un decreto che è stato approvato dopo un confronto con la Commissione Europea, che ha autorizzato questo percorso: trasformare le otto regioni del Sud in un’unica zona economica speciale è una grande opportunità, sia sul fronte delle semplificazioni e delle autorizzazioni, sia per i vantaggi di carattere fiscale e di sostegno al sistema imprenditoriale”. Lo ha detto il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, parlando con i giornalisti a margine della sua partecipazione alla seconda giornata dell’Abruzzo Economy Summit in corso all’Aurum di Pescara. La Zes unica si inserirà in un contesto più ampio, “nel quale, all’interno del PNRR e della programmazione del Fondo di Sviluppo e Coesione, c’è una strategia comune, che mette insieme le scelte che devono andare a sostenere questo tipo di scelte”.

Quanto alle preoccupazioni per una possibile paralisi che possa precedere l’avvio operativo della Zes del Mezzogiorno, Fitto ha spiegato che si tratta di “una preoccupazione che non esiste, perché non solo è definita nel dettaglio nel testo del decreto, ma c’è anche un altro elemento molto importante: non si capirebbe per quale ragione non dovrebbero andare a compimento tutti i procedimenti avviati”. Di conseguenza “non esiste alcun rischio in questa direzione”.

Dall’Abruzzo Economy Summit è arrivato anche un invito alla Confindustria, che ieri aveva chiesto, con il vicepresidente di Viale dell’Astronomia, Vito Grassi, un coinvolgimento diretto sul tavolo operativo, che darà forma alla Zes unica. “Sicuramente, una volta convertito il decreto, accadrà che ci sarà un coinvolgimento da parte di tutti, a partire dagli industriali ed è giusto che loro lo rivendichino, anche perché prima non c’è stato”.

Quanto all’andamento dei progetti previsti in Abruzzo all’interno del PNRR, il ministro ha spiegato che il governo “sta lavorando molto bene con il presidente Marsilio, come con tutte le altre Regioni: il Piano è in fase di revisione, con la proposta che abbiamo presentato in Commissione Europea e siamo in attesa di definire questi aspetti in un confronto molto positivo e proficuo. Nel frattempo, c’è un raccordo operativo con una visione unica che il governo ha messo in campo e che mette insieme le risorse del PNRR con quelle del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione”. “Nel mese di luglio – ha sottolineato il ministro – nelle Raccomandazioni agli Stati membri da parte della Commissione Europea, si auspicava la collaborazione e il coordinamento tra questi diversi Programmi. Il governo Meloni l’ha fatto sin dall’atto di insediamento: un elemento che testimonia in modo molto positivo e chiaro quali sono l’azione e il lavoro che sono stati portati avanti”.

A proposito del raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara, Fitto ha aggiunto che si tratta “di un intervento inserito insieme a tanti altri all’interno del PNRR e che non corrisponde, dalle verifiche fatte, sia ai criteri di ammissibilità che alla tempistica. Tutti dimenticano un fatto che vorrei ricordare: a giugno del 2026, se l’intervento non fosse completato e collaudato, ci sarà la revoca del finanziamento e questo è il danno; poi ci sarà anche la beffa di dover trovare le risorse per andare a coprirlo”. Per il ministro, “il lavoro di coordinamento rispetto agli altri programmi di intervento e le proposte che il governo sta mettendo in campo mirano a garantire comunque un finanziamento, ed è questo il lavoro che stiamo portando avanti con la Commissione Europea”. “Fare polemica è abbastanza singolare, soprattutto perché, in alcuni casi, la polemica viene fatta da chi ha votato un piano, che ha previsto l’inserimento di opere che non possono essere realizzate entro quei tempi – ha concluso -. Mi auguro che si superino le polemiche e si lavori in modo serio e costruttivo a risolvere il problema. Il governo lo sta facendo e daremo risposte precise”.

“La differenza tra questo governo e i precedenti è data dal fatto che gli esecutivi precedenti si sono posti il problema degli obiettivi da raggiungere nell’immediato, la seconda, la terza rata, la scadenza di giugno, mentre questo governo ha un angolo visuale completamente differente, perché ha la responsabilità di guardare a ciò che accade per ogni rata fino a giugno del 2026, cioè fino al termine della legislatura”. Ha scavato un solco il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, intervenendo all’Abruzzo Economy Summit per parlare della nuova modulazione del Piano di ripresa e resilienza. “Le scelte che oggi stiamo compiendo – ha spiegato – guardano al completamento del Piano e alla data di giugno del 2026, entro la quale, se gli interventi non saranno completati e collaudati, rischieremmo di avere il danno della revoca delle risorse e la beffa di trovarsi in presenza di interventi già avviati, che hanno prodotto delle obbligazioni giuridicamente vincolanti, e di dover trovare sul nostro bilancio le risorse per andare a coprirli”. Fitto ha parlato di “un livello di responsabilità enorme” e della necessità di fare scelte che “vadano nella direzione corretta”, obiettivo che si concretizza con “la revisione del PNRR”.

Nel suo intervento, Fitto ha fatto un riferimento anche agli interventi per i comuni, una partita da 6 miliardi di euro per la rigenerazione urbana e l’efficientamento, “all’interno di un piano finanziato nel 2019 per circa 40 mila interventi, un miliardo dei quali sulla viabilità, che è certo non essere ammissibili dal PNRR, e sugli altri 5 miliardi il 75% sono inferiori ai 100 mila euro”. “Quando mettiamo in campo questa proposta lo facciamo con senso di responsabilità e con molta serietà – ha aggiunto -, perché trovare una soluzione a questo problema, che è oggettivo, è farlo nell’interesse del nostro Paese e, ipotizzare questo spostamento di risorse, con la seconda parte della proposta che facciamo sulla revisione (del PNRR, ndr.) è molto importante per il nostro Repower (con 6 riforme previste, ndr.), la risposta alla crisi energetica”. “Il nostro Paese non avrebbe potuto farlo – ha spiegato - perché precedentemente è stato scelto di prendere al 100% le risorse a debito disponibili”. Il piano italiano ha 68 miliardi di finanziamenti a fondo perduto, 122 miliardi a debito, 30 miliardi di risorse nazionali, il cosiddetto Fondo Complementare, sempre a debito: “Centocinquanta miliardi di queste risorse sono a debito e non solo implicano una responsabilità enorme per il nostro Paese – ha sottolineato -, ma anche che, per poter rientrare dal debito, è necessario avere una garanzia sul fronte della crescita e, per poterla avere, il tema della qualità della spesa di queste risorse è fondamentale e decisiva, perché diversamente rischieremmo di mandare all’aria il nostro Paese”.

Galleria fotografica

Vastoweb.com Testata giornalistica

Reg. Tribunale di Larino N. 01/2009 del 9/01/2009 - Num. iscrizione ROC:30703

Direttore Responsabile: Federico Cosenza

Editore: MEDIACOMM srl
Via Martiri della Resistenza, 134 - 86039 TERMOLI(CB)
P.Iva 01785180702

© Vastoweb.com. 2024 - tutti i diritti riservati.

Realizzato da Studio Weblab

Navigazione