Operaio morto alla Proma, disposta l'autopsia sul suo corpo
Salma trasferita a Chieti, sotto sequestro la pressa dove si è verificato l'incidente
ATESSA. Disposta l’autopsia sulla salma del 48enne di Lanciano Roberto Caporale dalla Procura frentana, che ha sequestrato la salma dell'operaio deceduto alla Proma 1, fabbrica nella val di Sangro. Il corpo senza vita del lavoratore è stato trasferito all'obitorio dell'ospedale civile di Chieti. Sequestrato anche il macchinario che ha causato l’incidente. In merito è intervenuto il coordinamento dell’Usb Lavoro Privato di Abruzzo e Molise:
«Aveva 48 anni Roberto ed è morto lavorando alla Proma spa, azienda di Atessa che produce pezzi per il settore automotive. Quasi sempre questi non sono incidenti ma il frutto di insufficienti investimenti e attenzione delle aziende sulla sicurezza. Il 2023 è stato un anno orribile per l’Abruzzo che è risultata la regione con il maggior incremento di morti sul lavoro rispetto al 2022, anno in cui era già aumentato il numero di morti rispetto al 2021.
Ribadiamo che la politica deve intervenire e crediamo, come abbiamo proposto a tutti i gruppi consiliari regionali, che è necessario potenziare gli organici degli enti di controllo delle Asl e attuare una loro riforma profonda per non lasciare scampo a chi non rispetta le regole. Alle aziende che violano le leggi sulla sicurezza va sospesa l’attività e prevedere dei controlli stringenti periodici: meglio lavoratori cassintegrati che morti. Naturalmente ribadiamo con forza che bisogna introdurre un reato specifico nella legislazione: il reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime. A tal proposito da mesi stiamo raccogliendo firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare che prevede l’introduzione di tali reati e che costringerebbe il parlamento ad affrontare il tema.
L’Usb ha ribadito anche nella riunione del Comitato Regionale di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro, tenutasi a Pescara lo scorso 20 dicembre, che non bastano formazione ed informazione ma serve ben altro per fermare questa carneficina. Nei prossimi giorni programmeremo scioperi in tutte le aziende della Val di Sangro in cui siamo presenti, per ricordare Roberto, tutti i lavoratori morti sul lavoro e per chiedere vera giustizia per loro e per le loro famiglie. In questo momento sentiamo che è il modo migliore per mostrare la nostra vicinanza alla famiglia di Roberto. Se i lavoratori muoiono il minimo è che se vi sono responsabilità chi le ha deve pagare con la galera».