Comunità montane: "La Regione vuole scaricare sui Comuni i costi del Commissariamento"

La polemica lun 20 novembre 2023
Politica di La Redazione
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Comunità montana ©Web
Comunità montana ©Web

ABRUZZO. "Nell’assemblea dei Sindaci dei venti comuni membri che si è tenuta sabato mattina a Bomba sono emerse le condizioni dello stato patrimoniale della soppressa Comunità Montana Montagna Sangro Vastese. È bastato poco per capire che, la parte passiva, è notevolmente superiore alla parte attiva.

Pertanto, qualora i Comuni subentrassero alla costituenda Unione Montana, così come voluto dalla Regione Abruzzo con Legge n. 42/2023, dovrebbero farsi carico di oneri, anche finanziari, che pregiudicherebbero la stabilità del loro bilancio.

Questo è l’effettivo interesse che il governo regionale di centrodestra mostra verso le aree montane!!!

Corre l’obbligo evidenziare che la Regione Abruzzo, con la Giunta Chiodi nel 2013 ha soppresso le comunità montane e ne ha disposto il commissariamento (L.R. n. 1/2013) e con la Giunta Marsilio (sempre governo di centrodestra), oggi, se ne vuole disfare a danno dei comuni membri (L.R. 42/2023).

La legge regionale n. 42/2023 arriva dopo ben 11 anni di commissariamento, rivelando le responsabilità politiche della destra che con le proprie scelte ha, di fatto, isolato ed escluso da ogni beneficio interi territori montani pregiudicando le Comunità Montane utilissime, non solo per erogare servizi associati ai Comuni (vedasi servizi sociali, centrale unica di committenza, ecc.), ma anche intercettare finanziamenti (Masterplan per l’Abruzzo, PNRR ,FSC 2021/2027) che avrebbero potuto favorire lo sviluppo del tessuto socio economico di contesti montani impedendo il degrado in cui versano, oggi, le tante strutture e infrastrutture realizzate dalle Comunità Montane nel tempo.

Conseguentemente alla legge n. 1/2013 della Regione Abruzzo a guida centrodestra, la soppressa commissariata Comunità Montana Montagna Sangro Vastese (composta dai Comuni di Borrello, Castelguidone, Castiglione Messer Marino, Civitaluparella, Fallo, Fraine, Gamberale, Montazzoli, Montebello sul Sangro, Monteferrante, Montelapiano, Montenerodomo, Pennadomo, Pizzoferrato, Quadri, Roccaspinalveti, Roio del Sangro, Rosello, Schiavi d’Abruzzo e Torrebruna) non ha potuto, nell’ultimo decennio, finanche provvedere alla manutenzione ordinaria del consistente patrimonio dell’Ente, costituito da centri turistici, immobili a servizio di aree artigianali, centri museali, strade di collegamento tra Comuni, ecc. che versano, pertanto, in un pessimo stato conservativo.

Dopo il nulla, quindi, la Regione Abruzzo ha tirato fuori dal cilindro la legge regionale n. 42/2023 con la quale si vuole superare le Comunità Montane prevedendo in loro luogo Unioni Montane per mostrare attenzione verso le aree della montagna abruzzese. Questa legge, invece, si è dimostrata un ennesimo bluff verso le realtà montane: qualora dovessero approvare lo Statuto della nuova Unione Montana, i Comuni succederebbero a tutti i rapporti giuridici attivi e passivi della Comunità Montana Montagna Sangro Vastese. Basta questo per comprendere come il governo regionale di centro destra vuole risolvere un problema che ha creato 11 anni fa con l’approvazione della legge regionale n. 1/2013: passare cioè la palla ai Comuni che dovranno sporcarsi le mani e togliere le castagne dal fuoco, accollandosi le passività delle Comunità Montane, che andranno a pesare sui già asfittici bilanci comunali. Una conseguenza della scellerata scelta del centrodestra di sopprimere tutte le Comunità Montane Abruzzesi: ma per loro sfortuna, i Sindaci delle aree montane della nostra regione non vanno in giro con l’anello al naso.

Sempre in tema di attenzione verso i territori montani, si evidenzia che la Regione Abruzzo a guida Marsilio non tiene conto finanche della salvaguardia della vita dei cittadini che vivono nei territori montani: giorni fa i Comuni montani hanno ricevuto una nota dalla Regione nella quale si avvisava gli stessi che avrebbero dovuto provvedere a farsi carico dei costi di gestione di un defibrillatore ricevuto in dotazione sei anni fa, posizionato in luoghi aperti al pubblico, per scongiurare il decesso di persone colte da infarto (circostanza probabile data la distanza dei centri montani dal punto di primo soccorso e i tempi di percorrenza per raggiungerlo). Diversamente, questi defibrillatori sarebbero stati smantellati e recuperati dalla Regione per mancanza di disponibilità finanziaria per la gestione degli stessi. Stiamo parlando di circa 280 euro l’anno! Questa è la Regione a guida centrodestra: incurante finanche dei defibrillatori che hanno salvato e potranno salvare vite umane, per un risparmio che ammonta complessivamente al costo di un solo dipendente regionale. Una somma minimale rispetto alle ingenti risorse che annualmente questo governo regionale a fine anno elargisce ad associazioni tra le più disparate. Mancette evidentemente utili alla campagna elettorale, ma di certo non ai cittadini delle aree montane abruzzesi che chiedono rispetto e non prese in giro". 

Così, Arturo Scopino, Sindaco di Montelapiano.


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