“Abruzzo fanalino di coda sull’utilizzo dei fondi europei”
Altri Comuni “L’Europa può, e deve, rappresentare una risorsa importante per la crescita economica del nostro territorio”
ABRUZZO. È certificata sul bollettino pubblicato da IGRUE-Ispettorato Generale per i Rapporti finanziari con l'Unione Europea, la lentezza della Regione Abruzzo relativamente all’utilizzo dei fondi europei per i periodi di programmazione 2014-2020 e 2021-2027.
Al 31 dicembre 2023, per il ciclo di Programmazione 2014-2020 rispetto ai programmi FSE, FESR, FEASR e Piano Sviluppo e Coesione FSC, le risorse non utilizzate ammontano a 1,312 miliardi di euro, su un totale di 3,165 miliardi.
Per il ciclo di programmazione 2021-2027, le risorse non utilizzate ammontano a 1,179 miliardi di euro, su un totale di ben oltre 1,185 miliardi, a cui vanno aggiunte le ulteriori risorse FEASR e quelle stanziate a febbraio 2024, che per ovvi motivi non sono inserite nel monitoraggio in esame. L’Abruzzo è in ritardo anche sulla quota di Cofinanziamento regionale ai programmi PR FESR e FSE+ del 2021/2027.
A renderlo noto sono i consiglieri di opposizione del Consiglio regionale d’Abruzzo, che questa mattina hanno tenuto una conferenza stampa per esporre i contenuti di un’Interpellanza che chiede alla Giunta Marsilio di fare chiarezza, sia in merito alle cause che hanno portato a questa grave situazione, sia alle strategie che si intende mettere in campo per sanare il divario rispetto alle altre regioni italiane.
Il Documento, presentato non a caso il 9 maggio, giorno in cui si celebra l’Unione Europea, porta la prima firma del Capogruppo del Partito Democratico Silvio Paolucci, ma ha trovato il favore di tutti i consiglieri di opposizione che compongono il Patto per l’Abruzzo, di cui è capofila il Consigliere regionale Luciano D’Amico.
“Le risorse dell’Abruzzo devono essere sempre utilizzate con l’obiettivo di far compiere al nostro territorio quello scatto di crescita necessario a garantire un miglioramento della qualità della vita degli abruzzesi – afferma Luciano D’Amico – ma, nella regione delle omnibus e dei fondi a pioggia, viene lasciata indietro una questione centrale come quella del cofinanziamento dei fondi europei, fondamentale per investire concretamente sul futuro dei nostri territori.
Allo stato attuale è probabile che si troverà come soluzione semplicistica quella di andare a coprire le somme dirottando i fondi FSC e sottraendoli, quindi, al loro scopo primario. È questo un modo di gestire le risorse che ci vede assolutamente contrari e sul quale auspichiamo un cambio di rotta definitivo.
L’Europa può, e deve, rappresentare una risorsa importante per la crescita economica del nostro territorio e lo abbiamo voluto ribadire proprio oggi, giornata in cui si celebra l’Unione Europea, riconoscendo in questa Istituzione un volàno fondamentale per lo sviluppo sostenibile della nostra regione. L’Europa può aiutare l’Abruzzo a generare valore, ma c’è bisogno di guardare al futuro sapendo cogliere le giuste opportunità che da essa derivano. I numeri di oggi dimostrano che in Abruzzo siamo ancora lontani da questi obiettivi”.
L’analisi dei dati, infatti, mette in luce tutta l’incapacità della gestione delle risorse da parte del centrodestra, che incatena l’Abruzzo nelle ultime posizioni delle classifiche italiane per l’utilizzo dei fondi strutturali:
a. sul FESR 2014-2020 Abruzzo ultimo posto;
b. sul FSE 2014-2020 Abruzzo terzultimo posto;
c. sul FEASR 2014-2020 Abruzzo terzultimo posto;
d. sul Piano Sviluppo e Coesione FSC2014-2020 Abruzzo 15° posto.
“E’ una pessima fotografia dell’Abruzzo quella scattata dall’Ispettorato Generale per i Rapporti finanziari con l'Unione Europea” spiega Silvio Paolucci “mentre i cittadini abruzzesi da anni sono alle prese con gli strascichi della crisi economica generata dal Covid, a cui poi si sono aggiunti i disagi della guerra, della povertà energetica e della crisi di imprese e lavoratori, la Regione non riesce a spendere efficacemente le risorse che ha in dotazione, a causa dell’assenza di programmazione e pianificazione efficace: le risorse sono ferme, mentre gli abruzzesi annaspano tra mille difficoltà.
Oltre ad avere numeri bassissimi sull’avanzamento di spesa dei fondi 2014/2020 e 2021/2027– incalza il Capogruppo del Partito Democratico - il centrodestra accumula ritardi anche sulla quota di cofinanziamento regionale ai programmi PR FESR e FSE+ del 2021/2027.
La quota che la Regione Abruzzo deve destinare ammonta a euro 195,77 milioni, pari al 18% del totale dei fondi rivolti al nostro territorio. Ma a oggi sembra che siano state destinate solo le briciole, non più di qualche milione, e che manchi il cronoprogramma per gli anni 2022, 2023 e 2024, con il risultato di tenere al palo bandi e finanziamenti di progetti.
Ci aspettiamo che alla nostra interpellanza siano fornite risposte chiare ed esaustive su come la Giunta regionale intenda recuperare i ritardi accumulati sui cicli di programmazione 2014/2020 e 2021/2027.
E, con riferimento alla quota di cofinanziamento regionale dei programmi PR FESR e FSE+ dello stesso periodo, qual è la dotazione finanziaria, suddivisa per ciascuna annualità dei programmi, e quali sono state le quote finora stanziate per le annualità 2022, 2023 e 2024. Inoltre, come si intende coprirle, oltre alla facile risposta di dirottare i fondi FSC, sottraendoli comunque ad altre spese e investimenti.
L’Abruzzo - conclude - deve puntare ai vertici delle classifiche nazionali sul tema dell’utilizzo dei fondi europei e scrollarsi di dosso la maglia nera che l’inefficienza di questo Governo regionale gli ha fatto indossare per anni. Se ben sfruttata l’Europa è una grande opportunità, solo chi non è in grado di coglierne il valore può auspicare, nel 2024, che ci sia meno Europa”.