Caccia al cervo: “Nè con i cacciatori né con gli ambientalisti”
Altri Comuni “Il problema è una diretta conseguenza di certa politica ambientalista”
ABRUZZO. “Nè con i cacciatori né con gli ambientalisti.
Sull'abbattimento dei cervi ho già detto che sarebbe auspicabile, la cattura e lo spostamento in altre aree italiane o europee, una soluzione praticabile, etica e politicamente condivisibile.
Preciso e spiego perché non sto né con i cacciatori, né con gli ambientalisti: il "problema" cervi in Abruzzo è la diretta conseguenza di certa politica ambientalista che ha favorito immissioni "inopportune " di cervidi e non solo, in Abruzzo, a partire dagli anni 70 nel pnalm, replicate in quasi tutte le aree protette della regione successivamente, e dalla inadeguata gestione.
Il problema cervi lo hanno determinato sostanzialmente gli ambientalisti che ora, si strappano le vestiti perché si è costretti agli abbattimenti selettivi, per ripristinare un minimo di equilibrio ambientale e della specie. esagerano nel presentare l’animale come un essere sensibile e morale, umanizzandolo, (bambi) tale posizione diviene non solo ridicola, ma impedisce di accedere ad una corretta e scientifica visione del mondo.
Non sanno o non sapevamo , che il cervo è uno degli animali più devastanti per l’equilibrio delle foreste , se non tenuto sotto controllo numerico ?non sanno o non sapevano che in Abruzzo è uno dei più disastrosi competitori alimentari e comportamentali dell’Orso marsicano e del Camoscio d’Abruzzo ? Prossimo problema o se preferite "emergenza ambientale": I caprioli, per gli stessi motivi di cui sopra (sovrannumero) e di nuovo abbattimenti. Non sto dalla parte dei cacciatori. non sono capaci di "gestire" correttamente il patrimonio faunistico classico Vedasi problema gestione cinghiali, in mano a loro da almeno 20 anni e, con risultati "disastrosi": I cinghiali aumentano in tutta Italia e in Abruzzo, Aumentano ogni anno i danni in agricoltura, (in Abruzzo si parla di 5 milioni di euro adesso) aumentano anche gli incidenti stradali. Se poi guardiamo alla gestione delle altre specie loro affidata, i dati sono sconfortanti. Le lepri sono rare, nonostante i continui "lanci", I fagiani inesistenti sul territorio, nonostante le continue immissioni. La starna è praticamente scomparsa, come pure coturnici e pernici. Cacciatori, un mondo a parte”.
Così, in una nota, Berardo Di Giandomenico, ex membro storico Atc Pescara.