“Regione rimane inerte mentre le Asp annaspano fra debiti e deficit”
Di Marco: “Serve cambio di passo”
ABRUZZO. “Il risanamento delle Aziende per i Servizi alla Persona abruzzesi non può prescindere da quella della sanità, di cui queste strutture sociali sono parte integrante. Dalla quinta Commissione di oggi è emersa una situazione drammatica a cui, stando a quanto riferito oggi dall’assessore alle Politiche Sociali Roberto Santangelo, la Regione non sta dando né risposte, né soluzioni praticabili. I numeri sulla condizione finanziaria delle Asp abruzzesi emersi dalla relazione presentata sul tavolo della Commissione sono impressionanti: fatta eccezione per quella aquilana, Teramo, Chieti e Pescara presentano passivi milionari. Sulle due Asp di Teramo pesano 22 milioni di euro di debiti; critiche le condizioni di Pescara con 1 milione di debiti e i dati sul bilancio addirittura non disponibili; forte l’esposizione debitoria di Chieti, pari a 6.792.723 di euro; solo l’Aquila fa eccezione con un passivo affrontabile di scarsi 500.000 euro. Ammontano invece a 3 milioni i fondi regionali a disposizione a cui si aggiungono altri 7 milioni non ancora erogati. Una situazione in pratica congelata, mentre le aziende continuano a dare prestazioni e servizi sensibili a centinaia di persone con problemi gravi di disabilità fisica e mentale”, riferisce il consigliere Antonio Di Marco a fine Commissione.
“Se la Regione Abruzzo se ne fosse occupata prima, non saremmo a questo punto, allora siccome abbiamo anche un problema più serio che quello della sanità diverse, io credo che questi problemi non possano essere messi a parte e vadano affrontati con pari nettezza a tutela dei pazienti e del personale che opera in questo campo al pari della sanità si debba affrontare con la stessa nettezza – afferma Di Marco – Non è oltremodo pensabile che la Regione continui a finanziare in questo modo: dai debiti e dai deficit riferiti, è un metodo che non funziona. Serve invece imprimere un cambio di rotta nella gestione stessa. Dalla realtà di questi istituti emerge un vero e proprio disinteresse da parte istituzionale che sta portando al collasso anche il sistema sanitario territoriale a cui le Asp sono strettamente collegate. Dobbiamo intestarci questo problema, prima che questa dimensione, già commissariata, venga ingoiata nell’abisso del dafault”.