Tumore al seno: colpisce solo le donne? Si può davvero prevenire?
Vasto Cos’è e come si mette in pratica la prevenzione. Dove e perché nasce la campagna di sensibilizzazione per il tumore al seno: Ottobre Rosa
VASTO. Nasce in America, nell’ottobre del 1992, la campagna di sensibilizzazione Ottobre Rosa, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sul tumore al seno e informare le donne sulla prevenzione.
Diffusa in tutto il mondo, oggi conta circa 70 stati aderenti, tra cui anche l’Italia. E nel nostro paese, per tutto il mese di ottobre, molte strutture sanitarie offrono visite senologiche gratuite, incontri e dibattiti finalizzati a responsabilizzare le donne sul tema della prevenzione. Anche le ASL organizzano screening gratuiti (estesi a tutto l’anno) per le fasce d’età a rischio, consentendo di fare diagnosi precoce e salvare molte vite.
Ma perché c'è questa grande necessità di informazione e sensibilizzazione?
La necessità nasce dal fatto che il tumore al seno è ancora la prima causa di morte per tumore fra le donne in Italia e l’incidenza di questa malattia è in crescita: una donna su otto si ammala di cancro al seno e la fascia d'età a rischio si sta ampliando, colpendo anche al di sotto dei 45 anni.
Questi numeri spaventano, ma si stima anche che, pur essendo il numero di casi di tumore in aumento, la mortalità è in calo: molte donne si ammalano, ma sempre meno donne muoiono. La sopravvivenza arriva al 90 % dei casi grazie alla diagnosi precoce.
Un dato certamente incoraggiante, ma, parlando di numeri, è impossibile stimare quante donne non si ammalino grazie alla prevenzione ed è quindi lecito domandarsi:
Si può davvero prevenire il tumore al seno?
La risposta è: sì.
La validità della così detta prevenzione primaria è dimostrata scientificamente. Consiste in una serie di azioni che una persona sana può mettere in atto per rimanere in salute, prima fra tutte è la scelta di uno stile di vita salutare con un’alimentazione sana e bilanciata, facendo attività fisica moderata ed evitando il consumo di alcolici.
Altrettanto importante è sottoporsi regolarmente a visite mediche ed esami adeguati alla propria età e storia familiare. Questi controlli possono essere definiti come prevenzione secondaria e sono:
l’ecografia mammaria, esame che consente di studiare a fondo la ghiandola, particolarmente affidabile per studiare il seno delle donne più giovani; la visita senologica, da farsi ogni anno a partire dai 40 anni; la mammografia, esame radiografico raccomandato nelle donne che superano i 40 anni (che non sostituisce l'ecografia mammaria, ma si fanno entrambe); i test genetici, resi più noti dal caso Angelina Jolie, rilevano mutazioni del DNA correlate allo sviluppo del tumore al seno.
Un test genetico positivo rende necessario sottoporsi ogni anno a visita clinica, mammografia e risonanza magnetica. Se invece il test genetico è negativo vanno comunque eseguiti ogni anno tutti gli esami raccomandati per la propria fascia d’età. È quindi importante ricordare che, se non esistono le indicazioni per farli, i test genetici non vanno richiesti.
Ultimo esame di prevenzione (ma primo strumento in ordine di importanza) è l’autopalpazione, raccomandato anche alle giovani donne, è il più semplice degli esami e i motivi della sua importanza vanno ricercati proprio nella sua accessibilità: è facile, a costo zero, si può fare in qualsiasi momento, in autonomia, e non ha alcun effetto collaterale.
Come si fa l'autopalpazione
Quando - È bene praticarla già dopo i vent'anni d'età, almeno una volta al mese, nei giorni successivi al ciclo o in qualsiasi momento se si è in gravidanza o in menopausa.
Dove - I momenti migliori sono quando ci si cambia gli abiti o si provvede alla pulizia personale, ad esempio: davanti allo specchio, sdraiati sul letto, sotto la doccia o nella vasca da bagno.
Come - L'autopalpazione va fatta con il braccio relativo al seno esaminato disteso verso l'alto e prevede due momenti: l'osservazione e la palpazione.
L'osservazione serve a vedere la presenza di sporgenze o avvallamenti nella cute, cambiamenti nel colore e nella forma del capezzolo, osservandone anche eventuali ritrazioni e fuoriuscite di liquidi.
La palpazione si effettua con le dita, utilizzando un olio, una crema o un detergente per far scivolare meglio i polpastrelli sulla pelle. I movimenti devono andare dall'alto verso il basso e viceversa; poi questi si sposteranno sul capezzolo con andamenti circolari circolari tutto intorno, dal capezzolo verso la periferia formando una raggiera. Tutto senza tralasciare nessuna parte del seno. La palpazione deve inoltre essere fatta anche nel cavo ascellare.
L'autopalpazione è una pratica che, se fatta con regolarità, può salvare la vita di molte donne.
E gli uomini? Possono anche loro ammalarsi di tumore alla mammella?
Sì, un uomo su 620 si ammala e l'incidenza è in aumento. La fascia d'età più a rischio è quella tra i 60 e 70 anni, ma, come per le donne, l'età si sta abbassando.
Le cause predisponenti sono: ereditarie e ormonali, fra queste ci sono le terapie farmacologiche per il tumore della prostata (a base di ormoni), i disturbi a carico dei testicoli, l'obesità che aumenta i livelli di estrogeni, ma anche l'alcolismo e le malattie del fegato.
I campanelli d'allarme osservabili sono gli stessi che per le donne, quindi la prevenzione primaria e l'autopalpazione rimangono gli strumenti di difesa più utili per restare in salute e fare un’eventuale diagnosi precoce.
Per saperne di più puoi rivolgerti alla Farmacia Giovannelli e chiedere una consulenza: il personale disponibile e preparato ti saprà delucidare su ogni tuo dubbio.
Dott.ssa Gloria Giovannelli
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