“È un’autonomia differenziata che spacca l’Italia in due tra cittadini di serie A e B”

La riflessione sab 02 marzo 2024

Vasto “Se Luciano D’Amico vincerà ha già annunciato che ritirerà la firma sul progetto”

Speciale Elezioni di Lorenzo Salerni
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“È un’autonomia differenziata che spacca l’Italia in due tra cittadini di serie A e B” ©Vastoweb
“È un’autonomia differenziata che spacca l’Italia in due tra cittadini di serie A e B” ©Vastoweb
“È un’autonomia differenziata che spacca l’Italia in due tra cittadini di serie A e B”

VASTO. “L’Autonomia Differenziata che spacca l’Italia”, è stato questo il titolo scelto per discutere sull’omonima proposta molto contestata nelle ultime settimane perché potrebbe incrementare il divario tra il settentrione e il meridione della nostra penisola.

Si è tenuto ieri pomeriggio presso la sala Aldo Moro della città di Vasto l’incontro  che ha visto riflettere personalità come il Costituzionalista Enzo Di Salvatore, il Commissario per la ricostruzione ad Ischia Giovanni Legnini e il Segretario Generale CGIL di Chieti Franco Spina a proposito del disegno di legge sull’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario.

Il governo Meloni sta considerando e valutando la proposta presentata dal ministro della Lega per gli Affari regionali Roberto Calderoli.

Il disegno di legge deriva dalla riforma del titolo V della Costituzione del 2001 e mira a proporre da parte dello Stato il riconoscimento  dell’attribuzione a una regione autonomia legislativa sulle “materie di competenza concorrente”, tra le tante come la tutela e sicurezza del lavoro, istruzione, salute, trasporti, governo del territorio, ambiente, cultura e il coordinamento della finanza pubblica, e in alcuni casi di “materie di competenza esclusiva dello Stato”.

All’Italia non occorre l’autonomia differenziata, ma lavoro, sanità e scuola pubblica. Serve quindi che la politica si concentri su altro”, ha esordito il sindaco di Vasto Francesco Menna all’incontro moderato da Francesco Del Viscio, a cui poi ha aggiunto: “L’autonomia avrebbe ricadute pazzesche e credo che la Costituzione non si possa Melonizzare. Il fatto che Marsilio sia stato tra i primi firmatari di questo disegno di legge è perché in quel momento non è stato presidente della regione, ma solo un militante di fratelli d’Italia”.

Parliamo di un progetto che deriva da una riforma della costituzione che risale al 2001, anticipata dalla Leggi Bassanini e fu fatta all’epoca dal centrosinistra. Rimase per questa parte inattuata perché l’articolo 116 consente alle regioni, qualora lo volessero, di contrattare con lo Stato forme e condizioni di autonomia ulteriori rispetto a quelle già presenti”, ha spiegato Enzo Di Salvatore, Professore di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Teramo.

Lo Stato pur consentendo che le regioni abbiano condizioni ulteriori di autonomia, però, dovrebbe garantire i livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Queste garanzie -  ha precisato il docente - dipendono dai soldi.  Non è possibile finanziare tutto perché ci vorrebbero più di 1 miliardo e mezzo di euro. Per fare ciò stanno procedendo materia per materia quando invece si dovrebbe fare una valutazione complessiva. C’è il rischio quindi di non disporre di questi livelli e di continuare ad avere regioni di serie A e di serie B.” 

Ritengo che il regionalismo italiano debba essere riformato - ha voluto far presente -, ma in altra direzione. La politica economica è unitaria quindi deve spettare allo Stato insieme a quelle materie che attengono al piano dei diritti sociali e che sono legate alla sanità.”

“È un’autonomia differenziata che spacca letteralmente il Paese in due, creerà lavoratori di serie A e B. Il tema qui è che ci sono accordi già in corso  tra lo Stato e le regioni.

Si sta parlando di 23 materie che possono essere gestite dalle regioni, tra queste ci sono il lavoro, l’industria, la lotta al precariato e la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”, ha fatto presente Franco Spina Segretario Generale CGIL.

Noi saremo sempre affinché sia lo Stato a gestire - ha proseguito il rappresentate del sigla sindacale -  quelli che sono dei capisaldi istituzionali come lo sono le infrastrutture, l’istruzione e la sanità.”

Questo progetto è stato bocciato con un referendum costituzionale già nel 2006 - ha fatto presente il Commissario per la ricostruzione ad Ischia Giovanni Legnini - ed è riproposto da questo governo con Fratelli d’Italia che è fondato sul mito dell’unità della nazione che con questa autonomia viene palesemente contraddetto”.

Con oltre 20 politiche sanitarie, infrastrutturali e culturali ad esempio possiamo competere con un mondo sempre più globalizzato? L’intero paese ne risaluterebbe molto debole al cospetto delle sfide internazionali.  Conviene poi all’Abruzzo aderire? La riposta la deve dare una classe dirigente che coltiva un interesse verso il territorio e non di partito”, ha aggiunto poi l’ex candidato alle scorse regionali per il centrosinistra proprio contro Marco Marsilio.

Se la vogliamo definire con il termine giusto è una secessione tra più fortunati e chi invece ha bisogno di solidarietà. Questa riforma rappresenta la concretizzazione di un disegno ideologico che vuole picconare l’anima egualitaria del nostro paese e della nostra storia”, ha affermato a proposito dell’autonomia differenziata Paola Cianci, candidata al Consiglio regionale nella lista “Abruzzo insieme” alle prossime elezioni con il campo largo proposto da Luciano D’Amico.

Questo disegno di legge porterà  i cittadini abruzzesi a non poter studiare e lavorare e a doversi arrendere ed emigrare. Per questo  noi ci candidiamo per vincere queste  elezioni  e rigettare con forza politiche di questo centrodestra che hanno limitato i diritti delle persone. Se Luciano D’Amico vincerà - ha poi concluso - come primo atto ha già annunciato che ritirerà  la firma sul progetto. Lui rappresenta quindi l’unica speranza di cambiamento per la Regione Abruzzo”.

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