Dall’Egitto all’Italia, il ballerino vastese Salvatore Cataldo: “Felice di esibirmi qui”

L’intervista ven 23 febbraio 2024

Vasto "Danzare significa comunicare la propria individualità a se stesso e agli altri"

Spettacolo di Lorenzo Salerni
4min
Salvatore Cataldo ©Ahmed Huras
Salvatore Cataldo ©Ahmed Huras

VASTO. Una passione innata per la scena che gli ha permesso di forgiare se stesso, crearsi una propria identità, e conoscere nuove culture sfidando anche il rapporto con la propria famiglia.

Il ballo e la recitazione sono i suoi  amori e l’innamorato è il vastese Salvatore Cataldo

Il Ballerino  e attore da oltre 15 anni lavora con diverse compagnie teatrali sparse per il mondo e questa sera terrà proprio nella sua Vasto al Politeama Ruzzi  “Cari bambini”, la sua prima creazione da Teatrodanza in Italia.

Io non mi ricordo un giorno in cui non volevo stare in scena”, ha esordito ai nostri microfoni Salvatore Cataldo sull’origine di questo sua passione.

Ho sempre voluto fare l’attore, ballare e imitare. La famiglia da cui provengo parla diversi dialetti per cui è stato automatico fin da subito cercare di riprodurli”, ha spiegato il vastese classe 1991.

Il sogno per quest’arte nacque da subito, ma fu compresa con il tempo soprattutto dalla sua famiglia, in particolare dal padre che sognava per il figlio un futuro d’avvocato.

Frequentai il liceo scientifico di Vasto e dopo il secondo anno - ha spiegato il ballerino sulla sua adolescenza - fui mandato a terminare gli studi in Turchia da mio padre dove lui aveva lavorato. In quell’ambiente rimasi affascinato dalla danza, soprattutto quella che stava per strada, è proprio lì intensificai lo studio della danza che avevo già iniziato in Italia”.

Ho ancora impresso - ha poi continuato Cataldo -  quando mio padre scoprì che a 18 anni lavoravo come ballerino in televisione a Istanbul. Mi venne letteralmente a riprendere  per condurmi a casa in Italia. Qui poi mi iscrissi a Roma alla facoltà di Scienze Politiche che frequentai pochissimo perché nel frattempo cercavo di nascosto di imparare a danzare per essere ammesso in Accademia Nazionale di Danza.”

In seguito il vastese si recò in Germania dove conseguì la Laurea in danza presso la Folkwang Universität der Künste a Essen.

Ho preferito spostarmi in Germania - ha voluto spiegare il ballerino - perché sapevo che ci sarebbero state migliori opportunità di studio e lavoro e poi per la mentalità che trovai in facoltà. Ho trovato un approccio più pratico e  umano, con degli insegnanti che facilmente dialogavano anche con gli studenti. A prova di tutto ciò vi è il motto di questa scuola “Qui non si formano danzatori, ma esseri umani che danzano””.

Ed è in questo contesto prima e poi con i suoi insegnamenti agli altri  che Salvatore Cataldo ha ottenuto la sua idea di danza: “Per me è un modo per connettersi all’individualità propria e di conseguenza a quella degli altri. È come se aprissi nuovi mondi a te stesso e alle altre persone attraverso una lingua altra, non verbale”.

Mi dispiace che mio padre sia venuto a mancare prima che potessi condividere con lui il mio lavoro. Trovare un modo di esistere - ci ha confidato il ballerino - sia nel mondo che ti sei scelto sia in quello da cui provieni non è semplice. Devo comunque ringraziarlo  per i valori che mi ha trasmesso e perché mi ha fatto sviluppare un carattere per potermi affermare”.

Infatti con il tempo Salvatore Cataldo ha viaggiato per il mondo. Oltre alla Turchia e Germania, è stato negli Stati Uniti a New York nella compagnia Calpulli Mexican Dance Company e  Anabella Lenzu Dance Drama, poi in Francia con La Femme coupée en deux con cui è in tournée da due anni, ma questo non è tutto.

Infatti fai da qualche anno il vastese vivere in Egitto al Cairo dove insegna danza in una scuola.

Mi trovo davvero bene qui, percepisco che la gente ha bisogno di me. Uno dei miei sogni  è quello di fare l’attore in arabo non solo perché è una lingua meravigliosa, ma anche per il fatto che mi piace essere un ponte tra culture” , ha voluto spiegare il ballerino a cui poi ho aggiunto: “Per esempio in alcuni miei spettacoli ho utilizzato dei testi di repertorio di testi in napoletano e li ho tradotti nel dialetto egiziano”.

In questi giorni Cataldo è a Vasto non solo per curare la danza per un progetto del laboratorio “Giochiamo a fare teatro…?!” dell’attrice vastese Maria Chiara Centorami di cui ha dichiarato: “Rispetto il suo lavoro. H creato qualcosa lì dove non c’era. È una forza della natura”, ma anche per il suo spettacolo dal nome “Cari bambini”.

“Sono felice di esibirmi a Vasto. Questa sarà la prima volta in Italia  per questo spettacolo  che finora si è tenuto solo al Cairo e non è un caso che sia partito da lì, ha precisato il ballerino.

Cari bambini perché - ha continuato a spiegare - è la frase che l’insegnante pronuncia prima dell’inizio di una lezione. Infatti in scena ci sarà un susseguirsi di incubi ispirati alle lezioni di storia dove proprio un insegnante farà da filo conduttore”.

“Si tratta di uno spettacolo in cui le versioni della storia - ha voluto concludere - si incontrano con alcune realtà come quella delle strage attuali”.

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