Una garanzia, un’istituzione della ristorazione termolese: il Ristorante Cian dal 1976 è un punto fermo. Fondato dal padre Bruno Lanzone e dalla mamma Pina Ceccarelli, è ora gestito da Miriana, figlia d'arte, insieme a suo marito che l’aiuta nell’importante compito di portare avanti una tradizione di famiglia, sempre con grande senso di responsabilità verso la clientela e verso il suo cuore. Una gestione equilibrata tra Miriana che gestisce la cucina col suo team di sole donne e il marito sommelier che si occupa prettamente della sala insieme a un gruppo di ragazzi gentilissimi e preparati, il tutto per offrire il meglio di cordialità ed attenzione per il cliente.
Miriana ci racconta che è “in questa cucina” da quando era una bambina di 9 anni. Ricorda con affetto i primi passi mossi qui dentro e i momenti in cui, insieme alla nonna, spinava il pesce azzurro, tipico della pesca locale e quindi della cucina termolese. In realtà la cucina non è esattamente la stessa poiché, a causa di varie vicissitudini, il locale non è più quello aperto dai genitori a pochi passi dal mare di Termoli, ma quella del nuovo locale che si trova ora nel cuore del borgo di S. Giacomo degli Schiavoni, a pochissimi km dalla città. La nuova location nulla toglie alla storicità del ristorante, che ha trovato qui un’atmosfera intima e calda grazie al locale storico in cui è ospitato, con mattoni di tufo a vista e volte a botte che lo rendono accogliente e raffinato, come d'altronde è l'esperienza che potrete vivere.
Un’esperienza sì, perché tutto qui viene meticolosamente seguito e curato nel dettaglio affinchè il cliente si senta coccolato e possa trascorrere qualche ora di spensieratezza e di gusto. In primis la cucina che ha un doppio carattere: da un lato ci sono le ricette termolesi che vengono tramandate fedelmente così come le preparavano in famiglia, dall’altra altri piatti della tradizione che Miriana rivisita e modernizza dando sfogo alla sua fantasia da chef, senza mai però stravolgerne i sapori. Ci propone infatti piatti tipici come “Il taccozzo alla petarola”, derivato dall’uso dei pescatori di un tempo che pescavano di paranza e preparavano questo piatto con ciò che restava impigliato nelle reti, unito alla pasta spezzata, al pomodoro e agli odori della terra come aglio, peperone e prezzemolo.
Dall’altro piatti a base di pesce sempre del pescato locale, rivisitati e resi innovativi come il “Quadro d’autore” composto da pesce azzurro, cipolla caramellata, corona di lattughino, aria di prezzemolo e stick croccanti, una meraviglia per gli occhi e il palato. Il percorso di questi sapori, antichi e nuovi, è assolutamente equilibrato, calibrato e ben si bilanciano nei gusti e nelle consistenze tradizione e innovazione. La cucina di questa zona di costa vede un continuo mix di mare e terra, frutto di antichi scambi tra pescatori e coltivatori che hanno dato vita nel tempo a piatti dai profumi unici.
In base al pescato del giorno e a ciò che la terra offre in quella stagione il menù cambia e si reinventa, perché come ci dicono loro stessi “ci comandano il mare e il mercato”. Non è quindi fisso tranne che per alcuni piatti sempre disponibili, primo fra tutti lo storico piatto del Cian il cosiddetto “Campofiloni”, un primo semplice ma gustosissimo, piatto storico del ristorante che nasce circa 50 anni or sono. Soprannominato “Tsunami “ è un primo strutturato dal sapore equilibrato, al palato la sua armonia soddisfa i palati più esigenti. Ricetta ricca di crostacei che porta tutto il sapore del mare a tavola, gelosamente tramandata da madre (Pina Ceccarelli) a figlia. La sala ha una capienza di circa 40 posti, il personale ed il servizio alla gueridon sono impeccabili e rendono tutto speciale. Le pietanze flambè vengono ad esempio preparate in modo spettacolare in sala davanti ai commensali come per le deliziose Crêpe Suzette.
In estate la location “invernale” al chiuso lascia il posto ad una suggestiva terrazza con vista sulla piazza della Chiesa storica del paese, fresca e ariosa in cui poter mangiare all’aperto. Grandissima attenzione è posta inoltre all’accompagnamento delle portate: una vasta ed importante carta dei vini completerà al meglio i piatti, esaltandone al massimo tutti i sapori grazie all'opera di ricerca del marito di Miriana, sommelier e responsabile di sala. A finire e completare questo percorso i dolci che anche qui seguono sia la tradizione, ma anche l’innovazione e la sperimentazione della chef che li prepara personalmente, il tutto con la possibilità di essere accompagnati da eccellenti degustazioni di Rum, Grappe e Whiskey ricercati e di qualità. Ricordiamo tra i vari riconoscimenti avuti nel tempo, la vittoria di tre anni fa della gara televisiva in 4 Ristoranti di Alessandro Borghese.
Non vi resta che fare una passeggiata a S. Giacomo e andare vivere l’esperienza che questa eccellenza del nostro territorio ci propone.
ci comandano il mare e il mercato
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