FURCI. Dopo il maxi vertice in Prefettura a Chieti convocata dal Prefetto Gaetano Cupello (Leggi), non si arrestano le richieste dei sindaci del territorio. Tra i paesi ad avere maggiormente sofferto la crisi idrica sin da inizio estate ci sono soprattutto i paesi in coda dall’Acquedotto del Verde, ovvero Furci, San Buono e Gissi. Il sindaco di Furci Fabio Di Vito scrive così all’ente gestore, la Sasi (che gestisce il sistema idrico integrato di 87 comune della provincia di Chieti), e per conoscenza all’Ersi Abruzzo (Ente regionale per il servizio idrico che coordina i 6 enti abruzzesi deputati alla gestione), ribadendo per iscritto quanto condiviso alla riunione nella sede di Corso Maruccino a Chieti:
“Premesso che il serbatoio di Furci capoluogo (Colle Castagna) ha capacità di 500 metri cubi e alla riapertura mattutina il serbatoio è a pieno carico, poiché attualmente Furci conta circa 800 abitanti come da dati Istat (reali in questo periodo 500) e considerato che vengono forniti all’incirca 5 litri al secondo per 18 ore al giorno dall’adduzione (ci sono 2 fermate alla stazione di sollevamento Ponte Moro) pertanto l’acqua che entra in serbatoio nelle 18 ore è pari a 5 litri al secondo per 64800 s = 324.000 litri pari a 324 metri cubi necessaria a riempire il serbatoio e all’utilizzo quotidiano. La richiesta giornaliera per abitante è di circa 180 litri, e poiché Furci conta 800 abitanti (stimati per eccesso) si deduce che il quantitativo di acqua necessario per l’intera popolazione nelle 24 ore è: 180 litri per 800 abitanti = 144.000 litri pari a 144 metri cibi. Da quanto sopra, poiché nella programmazione settimanale Furci usufruisce di circa 7 ore di erogazione si trae la seguente considerazione: più dell’acqua strettamente necessaria, ossia 180 metri cubi, viene dispersa attraverso le tubature nelle poche ore di apertura (324 metri cubi meno 144 metri cubi). Sulla scorta di quanto espresso sopra possiamo anche affermare con assoluta certezza che le perdite sono concentrate su solo sette strade che sono quelle che manifestano carenza di pressione atavica (oggi in via Trento e Trieste alle ore 10:10 la pressione era di solo 0,5 bar) e oggetto nel passato di riparazioni. Si tratta di via Trento e Trieste, via Vicenne l, via Vicenne Il, via Garibaldi, viale Beato Angelo, via Duca D’Aosta e via Mazzini”.
Lea Di Scipio